Rifiuti, a Olbia il servizio è da rivedere: la giunta detta le nuove regole
L’indirizzo: più controlli e passaggio da tassa a tariffa puntuale
Olbia I rifiuti tornano ad essere un problema. Non si parla più di emergenza, ma gli ultimi dati della Regione a Olbia non sono passati inosservati. Da qui la delibera di giunta approvata lo scorso 28 febbraio, con l’approvazione delle linee di indirizzo per la revisione del servizio. In pratica, un avviso con implicita ammonizione per la De Vizia transfer, aggiudicataria del servizio nel 2023, che andrà a scadere nel 2031, per un importo complessivo superiore ai 100 milioni di euro.
In cifre. Nella classifica compilata dall’assessorato regionale all’Ambiente, tra i Comuni sopra i 30mila abitanti, quanto a percentuale di raccolta differenziata, Olbia si classifica al sesto posto, al di sopra della linea di sicurezza, ma con un poco esaltante 67,8% nel 2023, in caduta libera rispetto al 73% del 2022 e il 75% del 2021. Il Comune ha capito da tempo che qualcosa non va, vedasi dismissione degli ecocentri, invasione di rifiuti nella stagione turistica e un senso generalizzato di impotenza nei confronti del sacchetto selvaggio, figlio nelle ultime annate del dilagare degli affitti brevi, spesso su seconde case non dotate di mastelli e a volte sconosciute alle banche dati della Tari.
I nuovi indirizzi. Cosa cambierà per riportare Olbia tra le località d’eccellenza per la qualità del servizio di raccolta differenziata? La chiave per limitare l’impatto turistico di produzione di rifiuti “selvaggi” parte dal passaggio da tassa a tariffa puntuale, tramite la predisposizione di un sistema informatizzato di contabilizzazione dello svuotamento dei contenitori, di rilevamento dei percorsi dei mezzi sul territorio e dell’elaborazione dei dati. Una rivoluzione copernicana che, però, sembra partire dalla constatazione del sostanziale fallimento finora del monitoraggio da parte dell’aggiudicatario del servizio, che per la sola raccolta incassa quasi 80 milioni di euro. Una delle sfide su cui il Comune da anni incalza la De Vizia, con l’ammissione, messa nero su bianco dall’ente, che il progetto del servizio “è stato predisposto sulla base di dati di presenze e di produzione di rifiuti che alla prova dei fatti sono risultati sottostimati rispetto alle effettive presenze, soprattutto turistiche”. Ciò ha portato, fin dalla consegna e l’inizio del servizio, all’emergere di diverse criticità legate soprattutto alle ridotte frequenze nei passaggi di raccolta delle diverse frazioni di rifiuto. Ulteriore conseguenza è stata un aumento del fenomeno dell’abbandono incontrollato di rifiuti, con la creazione di numerose “mini discariche”, che hanno influito negativamente sul decoro della città e creato situazioni critiche dal punto di vista igienico sanitario. Tra le soluzioni previste, tuttavia, c’è la realizzazione di isole ecologiche in zone strategiche del territorio comunale. Un ritorno al passato che poggia su una completa rimodulazione del servizio. Le linee guida, poi, consistono nella progressiva riduzione del rifiuto indifferenziato con diminuzione dei costi di trattamento e smaltimento, oltre all’ulteriore incremento della percentuale di raccolta differenziata.
L’obiettivo. La sfida è lanciata e il Comune ha deciso di posizionare un’asticella bella alta davanti alla De Vizia transfer, visto che la delibera indica specificamente “il raggiungimento minimo dell’80% della raccolta differenziata entro il 31 dicembre 2025”. Sarà un’estate di controlli serrati, quindi, soprattutto sulle utenze domiciliari, quelle più esposte a truffe e raggiri nella prateria delle locazioni ante-Cin, il codice identificativo nazionale, che dovrebbe mettere un po’ di regole al settore. Il Comune nella revisione delle linee guida, infatti, chiede di prevedere entro il 31 dicembre 2026 l’attivazione della misurazione puntuale per le utenze domestiche e per le utenze non domestiche, almeno del rifiuto urbano residuo e delle frazioni organico, verde, carta, vetro: il tutto propedeutico alla “tariffazione puntuale”. Ci sarà poi la revisione delle frequenze dei servizi di pulizia e lavaggio del suolo pubblico, delle strade e dei marciapiedi, ed eventualmente anche dei muri degli edifici comunali e monumenti, diversificati e con frequenze variabili in funzione delle caratteristiche e del grado di frequentazione delle singole vie attraverso tecniche, mezzi e attrezzature all’avanguardia, per massimizzare l’efficacia del servizio e allo stesso tempo ridurre i disagi per gli utenti. Tra le soluzioni previste, anche il miglioramento del servizio di spazzamento, con tecniche di diserbo efficaci e a basso impatto ambientale per la rimozione delle piante infestanti nei marciapiedi cittadini. Si dovranno anche incrementare le frequenze dei passaggi di raccolta delle varie frazioni di rifiuto, differenziando tra utenze domestiche e non domestiche e tra periodo invernale, estivo e intermedio. Un’altra soluzione sarà prevedere per le utenze condominiali l’uso di spazi interni per i mastelli.