Aggius, rivolta in parrocchia: i fedeli contro il nuovo sacerdote
Alla base della contestazione ci sono le novità e i cambiamenti introdotti da don Filigheddu: ecco quali
Aggius È una di quelle polemiche che poco si addicono al clima della Pasqua. Coinvolge una parte della comunità dei credenti di Aggius e l’attuale amministratore della parrocchia, don Paolo Filigheddu, religioso di grande esperienza, noto e apprezzato anche oltre i confini della diocesi per il suo valore accademico. Dallo scorso settembre è amministratore parrocchiale, ruolo che ricopre da quando don Umberto Deriu, in virtù di una delle ultime nomine del vescovo, è stato trasferito a La Maddalena.
Diversi parrocchiani, in una lettera indirizzata alla Nuova Sardegna e anche alla Curia, contestano l’operato del nuovo parroco per cambiamenti non graditi che starebbe introducendo nella gestione della parrocchia. In realtà, il gruppo di fedeli “ribelli” contesta al sacerdote un po’ di tutto: dalla cura del giardino adiacente la chiesa parrocchiale alla collocazione di una statua della Madonna in una posizione diversa rispetto all’altare, sino alla mancata esposizione del Crocifisso sull’altare maggiore il Mercoledì delle ceneri. Nella loro piccata e risentita missiva, i parrocchiani che si lamentano delle scelte del parroco si dicono preoccupati soprattutto per quello che potrà accadere in pieno periodo pasquale. «Ora, in previsione dei riti della Settimana santa, c'è chi è spaventato dai cambiamenti che potrebbe mettere in essere, avendo già discusso con i ragazzi della Pro loco di Aggius che da anni si occupano di organizzare i festeggiamenti della Pasquetta sul sagrato della chiesa – lamentano i parrocchiani –. La Settimana santa ad Aggius è il fulcro di tutte le manifestazioni, religiose e tradizionali. Perfino un folto numero di turisti riempie ogni anno le piccole vie per assistere alle processioni e ascoltare i canti all'antica». Canti che ogni volta mettono in luce le qualità superbe dei cori dell'arciconfraternita di Santa Croce e della confraternita del Rosario, in occasione di eventi che richiamano ad Aggius un gran numero di visitatori. La contestazione non coinvolge l’intera comunità dei parrocchiani. Lo fa capire proprio un passaggio della lettera in cui si dice che “solo i fedelissimi persistono”. Persisterebbero rispetto a che cosa? Probabilmente a quello che viene considerato un atteggiamento troppo innovativo e poco attento alle esigenze e alle consuetudini di vita della comunità. Se non di tutta, di una parte, comunque, significativa. Gli autori della lettera e quanti si riconoscono nei suoi contenuti non le mandano a dire nemmeno al vescovo della diocesi, dom Roberto Fornaciari.
«Tutto – secondo loro – si svolgerebbe nel silenzio della curia che è stata più volte informata dei fatti». La Nuova Sardegna ha cercato inutilmente di mettersi in contatto con don Filigheddu, che probabilmente ha preferito la via del silenzio. Ecco, allora, l’appello al vescovo, più simile a un rimprovero che a una pacata richiesta: «Per quanto tempo in Curia saranno ciechi e sordi? Si parla tanto della crisi della fede, ma poi si abbandonano i fedeli che lanciano grida di aiuto, al loro triste destino. Ci si affida alla provvidenza con la speranza che finisca tutto per il meglio». Questa è la speranza. Quale sarà invece l'epilogo della vicenda sarà tutto da scoprire.
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