La ragione per cui il Senatore, leghista, Simone Pillon ha disertato la seduta delle Camere riunite per ascoltare il discorso del presidente ucraino Volodymyr Zelens'kyj, è abbastanza chiara. Questa donna leggerissima dell’Ucraina, stuprata da Putin, ha, come sempre accade alle donne stuprate, le sue responsabilità. Se fosse rimasta nelle sue, se non avesse indossato gonne troppo corte, se non si fosse truccata in modo così appariscente, nessuno l’avrebbe stuprata. La carica testosteronica di Vladimir Putin è, del resto, leggendaria. Questa Ucraina così discinta, così occidentale, così tollerante nei confronti delle questioni di genere e degli omosessuali, come ha tenuto a ricordare Il Patriarca di Mosca Cirillo I, non fa altro che provocare le brave, religiosissime persone, che tuttavia messe alle strette devono usare missili e cannoni, metaforici o meno.
Meno chiara l’assenza da quell’incontro di una cospicua porzione di ex Cinque Stelle, che, tanto per cambiare, dimostrano quanto studiare, leggere, sapere di Storia, faccia la differenza tutte le volte che ci si trovi di fronte ad una situazione come la presente. È una di quelle situazioni in cui si vive in prima persona la Storia. Il 24 Febbraio 2022 è un punto saliente della nostra esistenza, ma per saperlo, per rendersene pienamente conto, occorrerebbe aver studiato, sapere di politica, aver letto qualche libro, essere cresciuti in un ambiente in cui il merito e la specializzazione pagano. Tuttavia oggi siamo il frutto di due terribili contingenze: vent’anni di berlusconismo e dieci anni di politica agita da dilettanti. Siamo passati cioè da una politica che fornisce il disimpegno chiavi in mano, a una classe politica di persone formate in quel disimpegno. Ciò a dire che le società pagano amaramente qualunque scelta facciano, anche quando non sanno di averla fatta.
Questi 5 Stelle, o ex, sono fuori dalla Storia, esattamente il frutto di questa ignoranza e disinformazione al potere. Invocano un pacifismo unilaterale, astorico, in virtù del fatto che ritengono gli aiuti all’Ucraina una Provocazione alla Russia, proprio come se stessimo fornendo trucchi e minigonne a donne che si meritano di essere stuprate. Eppure a leggere, a studiare la Storia recente, si scopre che questo drappello di duri e puri che non possono ascoltare il discorso del presidente, democraticamente eletto, di un Paese violentemente aggredito, sono i resistenti di quella stagione in cui tra Conte e Putin le cose andavano benissimo, in cui si offrivano onorificienze agli amici russi e si portavano funzionari nei nostri ospedali perché risolvessero con la loro notoria efficienza l’emergenza Covid, nel pieno della sua micidiale forza propulsiva. Costoro citano l’opzione pacifista proclamata dai padri dell’Europa. Citano Alcide De Gasperi con la stessa occhiuta superficialità di chi lo conosce tramite Wikipedia.
Ma il punto è che Alcide De Gasperi era fra coloro che, appena usciti da un’orribile conflitto di aggressione e dalla resistenza contro il nazifascismo, aveva realisticamente ipotizzato l’utilità di un’unità di difesa europea. Pratica che è finita in fondo alla pila quando la ricostruzione e l’entusiasmo hanno portato l’economia e la finanza in primo piano come collante della neonata unione. A questo si aggiunga l’illusione che la pace dipenda solo da chi la esercita. Eppure a studiare, a leggere, a vivere la politica come vocazione e missione, non certo come collocamento, si capirebbe quanto la pace sia appesa al filo dell’arbitrio e quanto chi giustifica in qualunque modo un aggressore non sia un pacifista ma, semplicemente, un complice. [COPYRIGHT]©RIPRODUZIONE RIS