La Nuova Sardegna

Il razzo di Musk

Lo scoppio di Starship un vero successo

di Plinio Innocenzi
Lo scoppio di Starship un vero successo

I vettori Falcon 9 sviluppati dalla SpaceX di Elon Musk si sono dimostrati tra i migliori del mondo, con un indice di affidabilità del 99 per cento, solo uno è fallito

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L’esplorazione del pianeta Terra in cui viviamo è stata ormai completata da tempo. Ci siamo addentrati nei suoi più remoti meandri. L’abbiamo posta sotto osservazione dallo spazio con una rete di satelliti che ci informano di ogni cambiamento del pianeta. È stato un percorso molto lungo che ha richiesto coraggio nell’affrontare l’ignoto e sforzi collettivi imponenti. Questa missione è ora terminata e l’era delle grandi esplorazioni tramontata per sempre. Guardare in alto, verso le stelle è stato il passo successivo, quasi obbligato se l’umanità non vorrà rimanere per sempre confinata sulla superficie di questa palla che ruota attorno al sole. Arrivare sulla luna è stato un grande passo per l’umanità, ma una volta raggiunto il nostro satellite la corsa all’esplorazione spaziale si è fermata. Non è stata solo una questione di costi, ma il risultato di una corsa scatenata per ragioni politiche e di supremazia con il blocco sovietico. Una volta raggiunta la meta e vinta la corsa non c’erano più molte ragioni per continuare a viaggiare sulla luna. L’ultimo uomo a mettere piede sul satellite è stato Eugene Cernan, nella missione Apollo 17 del dicembre del 1972. Sono passati da allora ben 51 anni. Le missioni Apollo hanno rappresentato non solo per gli Stati Uniti ma per tutto il mondo il coronamento di un sogno che poi si è spento. Il mondo però è fatto per i sognatori o i folli ed Elon Musk si è riproposto di far rinascere il sogno dell’esplorazione spaziale. Il suo grande razzo, lo SpaceX Starhip, è esploso in un volo di prova a 39 km di altezza, risultato in sintonia con le previsioni, che però come tutti i fallimenti ha fatto subito scatenare i detrattori. Ma i vettori Falcon 9 sviluppati dalla SpaceX di Elon Musk si sono dimostrati tra i migliori del mondo, con un indice di affidabilità del 99%, su oltre cento lanci solo uno è fallito. Per confronto il lanciatore italiano Vega C su due lanci ne ha fallito uno e il predecessore, nel caso del Vega, su diciotto non ne sono riusciti due. I Falcon 9 hanno introdotto anche un’innovazione nel settore del trasporto spaziale: la riusabilità.

I costi proibitivi legati alle esplorazioni spaziale potranno essere abbassati solo riutilizzando i lanciatori. I costi limitano la possibilità di accesso alle tecnologie spaziali e alle importanti ricadute della Space Economy, delle attività economiche legate allo spazio, come le telecomunicazioni e la navigazione satellitare, a pochi paesi. La Nasa aveva sviluppato una navetta spaziale, il famoso space Shuttle, con lo scopo di riutilizzare la navicella in grado di atterrare autonomamente al ritorno dalle missioni spaziali. Tra il 1981 e il 2011 le missioni sono state 135, ma due di queste si sono concluse tragicamente, con la morte di tutto l’equipaggio di sette astronauti. SpaceX con il suo gigantesco razzo Starship, un mostro alto ben 120 metri, si pone traguardi ancora più ambiziosi, perché l’obiettivo è quello di andare ancora oltre, superando il nostro satellite e dirigendosi verso Marte. Lo Starship sarà inoltre dotato di un’altra importante innovazione, potrà essere rifornito in volo aprendo scenari del tutto nuovi per l’esplorazione spaziale. È questo il sogno di Elon Musk, in ritardo per ora sulla sua tabella di marcia, ma sempre intenzionato a non farsi scoraggiare dalle difficoltà nello sviluppo di tecnologie così complesse.

L’arrivo dei privati nello spazio ha segnato un momento di svolta e il ritorno di un interesse che sembrava sopito. La Cina, l’India, il Giappone, ma anche i piccoli Emirati hanno ambiziosi progetti di esplorazione spaziale, ma forse non hanno Elon Musk, che nel bene e nel male ha mostrato che la capacità di pensare in modo innovativo, out of the box (fuori della scatola) e di osare possono cambiare le regole del gioco.

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