La Nuova Sardegna

Oristano

Oristano nella mappa del nucleare

Piero Mannironi
Oristano nella mappa del nucleare

Denuncia dei Verdi: dossier con gli otto siti al governo, Enel smentisce

09 dicembre 2009
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ROMA. Il dossier “nucleare” del governo rimane top secret. Ma da qualche giorno al fascicolo del ministero per lo Sviluppo economico sarebbe stato allegato un nuovo dossier dell’Enel. Una mappa della penisola che indica le otto località candidate a ospitare le centrali nucleari annunciate dall’esecutivo per il 2013, con entrata in esercizio nel 2020. Nomi che rimandano per lo più ai vecchi impianti, chiusi dopo il referendum popolare del 1987, ma tra i quali stavolta entrano anche le isole maggiori. A denunciare l’esistenza di un dossier consegnato dall’Enel al governo è stato ieri il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli. Le località segnalate sarebbero quelle di Montalto di Castro, nel Viterbese, Borgo Sabotino, in provincia di Latina, Garigliano di Sessa Aurunca (Caserta), Monfalcone (Gorizia), Trino Vercellese (Vercelli), e Caorso (Piacenza). A queste si aggiungerebbero la Sardegna, con Oristano, e la Sicilia con Pizzo, in provincia di Agrigento. Infine una carta di riserva che porta a Termoli, provincia di Campobasso.

Insomma, il sito di Cirras rientrerebbe nella mappa fatta dall’Enel che si trova ora nei cassetti di Scajola. Il ministro ieri sera ha smentito con una battuta: «Evidentemente i Verdi sanno più cose di me». Ma le dichiarazioni fatte dall’ad di Enel Corsi tre giorni fa pesano. Eccome. Corsi aveva infatti parlato di siti già identificati.

«Chiediamo la mobiliazione democratica per dare dura battaglia e ribadire il nostro no al nucleare e il nostro sì al solare», ha detto Bonelli annunciando che i Verdi si stanno organizzando per avviare il presidio dei siti. E ricordando che gli spropositati costi del nucleare saranno a carico dei cittadini ai quali ancora non è stato detto cosa fare delle scorie del passato. Battaglia, dunque, con l’appoggio delle popolazioni locali e delle tredici amministrazioni regionali che hanno già respinto i progetti nucleari del governo Berlusconi.

«A Latina abbiamo già dato e il nostro no, come quello della Regione Lazio, è chiaro. Stiamo ancora pagando i costi dello smantellamento e non penso proprio che si possa riattivare la centrale o peggio costruirne una nuova. Anzi, Latina aspetta ancora 15 milioni di euro dal governo per la riqualificazione del territorio, altro che siti» ha subito dichiarato il sindaco del capoluogo pontino, Zaccheo.

Nel pomeriggio di ieri, intanto l’Enel ha smentito la denuncia dei Verdi. «L’Enel precisa di non avere inviato al governo alcun dossier che indica i siti per la realizzazione di centrali nucleari in Italia. I siti - si legge in una nota dell’azienda - saranno individuati solo successivamente alla definizione, da parte dell’esecutivo e dell’Agenzia per la sicurezza nucleare, dei criteri per la localizzazione». Peccato che a smentire l’Enel sia proprio il suo amministratore delegato, Fulvio Conti, che quattro giorni fa in tv ha detto candidamente: «I siti dove sorgeranno le centrali nucleari in Italia li abbiamo già individuati, ma non li dico neanche sotto tortura».
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