Giallo di Narbolia, è mistero sulla morte di Brigitte: casa ancora sigillata
La donna era stata trovata affogata. Ma ci sono punti oscuri. Tedesca, 76 anni, si era allontanata dalla sua abitazione la notte del 10 ottobre. Dopo tre giorni di ricerche il rinvenimento del corpo in mare a Su Pallosu
NARBOLIA. Sul tavolino, nella parte rialzata del giardino, c'è la tovaglietta con un vasetto di kalanchoe che nemmeno il maltempo dei giorni scorsi è riuscito a buttare giù. E ai lati, due eleganti sdraio, come se aspettassero soltanto che i loro utilizzatori abituali ci si sedessero. Un forno a legna e i tronchi ordinatamente accatastati nel cortile, un canestro per i nipotini. Sono istantanee di vita interrotta, di vita sospesa. Vita interrotta, perché Brigitte Pazdernik, la proprietaria dell'elegante villetta gialla, al numero 36 di via Su Cunzau de is Paras, è uscita di casa la sera del dieci ottobre. Incurante della pioggia e del vento, dei suoi 76 anni con acciacchi d'ordinanza. È uscita, e il suo corpo è stato trovato nel mare di Su Pallosu, a venti chilometri da Narbolia, tre giorni dopo. Morta affogata. Vita sospesa, perché da quel giorno il marito, Giovanni Perria, non può più rientrare in casa. Cancello sigillato, sigillate porte e finestre che danno sul giardino della villetta. Ad apporre i sigilli è stata la Squadra mobile di Oristano su ordine della Procura della Repubblica. Inchiesta contro ignoti, ignoto il titolo di reato.
Ognissanti. Narbolia ha festeggiato la ricorrenza di Ognissanti sotto un bel sole degno della più classica estate di San Martino. Uscito dai riflettori della cronaca accesi dalla scomparsa, con tragico ritrovamento, della signora Brigitte, il paese sembra aver ritrovato il suo passo consueto. Il via vai festivo è scandito dai ritmi della tradizione: visite ai parenti, caffè e papassini, i fiori al cimitero. Alle 4 del pomeriggio Giovanni Perria esce di casa della figlia Rachele, dove si è trasferito dopo che la sua casa è diventata off limits per ragioni di giustizia. Con lei e i nipotini, tappa in camposanto.
La tomba. Brigitte Louise Pazdernik, nata il 22 marzo 1942 e morta l'11 ottobre 2018 è in un loculo della zona nuova. I suoi dati anagrafici ancora in un foglio di carta, nessuna foto, due mazzi di fiori. «Non vogliamo dire nulla, grazie, davvero», dice gentilmente Rachele. Proprio lei aveva rivolto un appello attraverso "Chi l'ha visto?". La mamma era stata già ritrovata, si rivolgeva a chiunque sapesse qualcosa sulle circostanze della scomparsa/morte, perché offrisse uno straccio di indizio.
Giovanni Perria. Giovanni Perria è sulla stessa linea. Incassa sguardi solidali, schiva quelli sospettosi dei compaesani. Dal giorno della scomparsa della moglie porta la croce di esser stato l'ultimo a vederla e il primo a lanciare l'allarme su una sparizione dai contorni fumosi, per nulla chiariti dall'epilogo drammatico. Ringrazia e declina la richiesta di un'intervista, si anima pensando alla casa, dove non può entrare. E al giardino. «Non si può andare, tutto abbandonato...» sussurra e scuote la testa.
I nanetti, le oche e i funghi. Il giardino di casa, curato con una estrema attenzione. Alberi potati con precisione geometrica, un arancio stracolmo di frutti, sterlizie e rose che trionfano su cactus, aloe, l'albero di giada che dicono porti positività e fortuna. E poi, i nanetti di Biancaneve: uno accanto alla sdraio, gli altri sparsi qua e là, le oche finte, i funghi finti. «Il giardino lo curava lui, era attentissimo. Addirittura spostava i nanetti ogni giorno, per non far ingiallire l'erba...». Parole in libertà, alle tre del pomeriggio, al bar.
L'ombra del sospetto. Al Bar Pizzeria '90, in via Umberto 17, alle tre del pomeriggio si contano 16 scontrini fiscali. Dopo il pranzo, la visita al cimitero (o prima in qualche caso) il titolare Gian Piero Careddu scambia quattro chiacchiere con gli avventori. La vicenda della signora scomparsa e poi trovata morta tiene banco. «Certo che la vedevo, non spessissimo. Era cortese», dice il barista. E questa brutta storia, capitata tra capo e collo di un paese di 1700 anime, è il retropensiero di tanti. «Tutti ci chiediamo cosa sia successo. Cosa ci faceva in strada a quell'ora, signora Brigitte?». Giusto, cosa ci faceva? «Io penso che sia stata uccisa. E vorrei sapere se chi l'ha fatto è uno di qui, questo mi preoccupa», è l'opinione di un altro avventore. «Non voglio dire il mio nome, sono anche un vicino di casa. Ma insomma, come è possibile che sia uscita alle 11 e mezza di notte, senza gli occhiali? E come ci è arrivata fino a Su Pallosu?». Tra chi invoca la necessità di «far lavorare gli inquirenti, si è parlato anche troppo», c'è un altro signore che dice: «Se la casa è ancora sotto sequestro, vuol dire che lì stanno cercando qualcosa ancora». Saggezza popolare. Anonima, ma sempre saggezza.
Così gentile, così estranea. La sorte della signora tedesca da 16 anni tornata a Narbolia con il marito, è argomento sul quale il paese si interroga. Una cosa è chiara: Brigitte era una donna molto riservata. Un altro vicino di casa, «con il marito siamo anche un po' parenti», conferma: «La vedevo poco». Una donna cortese, ma la sensazione è che nella sua comunità d'adozione fosse un corpo estraneo, per quanto benvoluta dai pochi con i quali aveva una qualche frequentazione.
Il viaggio verso la morte. Il 10 ottobre, Brigitte Pazdernik in Perria, come è scritto nella cassetta delle poste, esce di casa. È notte, non ha occhiali, piove. Il marito avvisa la figlia, poi carabinieri, polizia, tutto l'apparato della Protezione civile si muove per cercarla. Per tre giorni, inutilmente. Due pescatori la trovano, morta, nel mare di Su Pallosu. Affogata. Perché è uscita? Chi l'ha portata a Su Pallosu, magari credendola morta? Perché la casa con il giardino dei nanetti è, 24 giorni dopo, ancora sotto sequestro? Narbolia si interroga, su questa storia di vite sospese e vita interrotta.