La Nuova Sardegna

Oristano

Una sfida all’ultimo gol con Playstation e joypad

di Davide Pinna
Una sfida all’ultimo gol con Playstation e joypad

Baradili, il Comune più piccolo dell’isola, diventa capitale dei videogiochi. In 128 e a distanza si sfideranno per il titolo della “Sardegna eSports Cup”

3 MINUTI DI LETTURA





BARADILI. Il comune più piccolo della Sardegna prova a diventare la capitale isolana dei videogiochi. Anzi, degli eSport, ossia della loro versione agonistica. Certo, non si parla dei tornei con montepremi da milioni di euro e milioni di spettatori digitali, ma il tono di questo primo passo si adatta bene a quella che è stata definita la “Baradili way of good life”, lo slogan con cui il piccolo centro della Marmilla e i suoi 76 abitanti puntano a combattere lo spopolamento, tenendosi stretta i propri giovani e attirando nuovi visitatori e abitanti.

L’appuntamento con la prima Sardegna eSports Cup è stato fissato per il 19 e il 20 dicembre e i giocatori si scontreranno con in mano i joypad della Playstation 4 sui campi da calcio digitali del fortunato gioco PES 2021. Ognuno da casa sua visti i tempi, ma virtualmente tutti ospiti di Baradili, in attesa magari di una visita dal vivo quando la situazione sanitaria lo permetterà. La partecipazione è aperta a tutti gli appassionati possibilmente con buone capacità di destreggiarsi sul campo virtuale. L’unica mossa da fare per giocare è iscriversi sul sito playgamematch.com, che ammetterà fino a un massimo di 128 giocatori.

Ci sarà un testimonial di eccezione, il sardo Alfonso Mereu (sul web @AlonsoGrayfox) che ha vinto gli Europei 2020 con la nazionale italiana e che gioca con le maglie dell'Hellas Verona. Non quelle vere, quelle digitali, perché Mereu è un campione di calcio, sì, ma di quello giocato alla Playstation.

Il progetto nasce dalla collaborazione del Comune e della società Nabui, che da più di un anno cura la promozione turistica del piccolo paese. Alla base del progetto sugli eSport c’è un certo gusto per il paradosso, con un paese minuscolo che grazie al digitale può trasformarsi nella sede di un torneo internazionale di PES, ma non mancano i riferimenti alla situazione attuale: «Il lockdown ci ha posto davanti alla sfida di tenere unite le comunità da lontano – spiega Tommaso Ledda, coordinatore del programma Nabui eSports Series, il palinsesto di iniziative che valorizza il ruolo del gaming online come veicolo per stringere relazioni e contrastare l’apatia nei piccoli paesi –. A Baradili abbiamo condotto una ricerca sociologica con i ragazzi di una comunità a rischio demografico e abbiamo scoperto come gli sport digitali possano essere una risposta al tema della coesione e della socialità in una condizione di forte isolamento».

Accorciare le distanze è l’obiettivo anche del primo cittadino Lino Zedda: «La pandemia rischia di portare i piccoli paesi in uno stato di isolamento ben più profondo di quello a cui siamo abituati: un isolamento non solo geografico ma anche psicologico. Vogliamo essere pionieri nell’organizzazione di eventi di eSport perché ci sembra il modo migliore per accorciare le distanze in un momento in cui siamo costretti alle restrizioni».

Primo piano
La storia 

Il racconto di una commessa: «Pagata solo 3,50 euro l’ora per lavorare nei festivi»

Video

Rissa furibonda fuori da un locale a Sassari, le impressionanti immagini della notte di follia

Le nostre iniziative