l’allarme della FIMmG
Nel Gulcier e nel Barigadu 2.500 pazienti sono senza medico
ORISTANO. In alcuni centri del Guilcier e del Barigadu, per l’esattezza a Ghilarza, Norbello, Busachi e Ula Tirso, da tempo 2.500 persone sono senza medico di medicina generale. La Federazione...
15 ottobre 2021
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ORISTANO. In alcuni centri del Guilcier e del Barigadu, per l’esattezza a Ghilarza, Norbello, Busachi e Ula Tirso, da tempo 2.500 persone sono senza medico di medicina generale. La Federazione italiana medici di medicina generale interviene nuovamente su uno dei problemi più seri: l’impossibilità di trovare medici per sostituire i colleghi andati in pensione o anche semplicemente in congedo per malattia.
Il dottor Alessandro Usai, segretario provinciale della Federazione, traccia un quadro piuttsto preoccupante, partendo proprio dai disagi provocati dalle sedi rimaste scoperte: «Per questi pazienti è un continuo calvario, costretti a doversi spostare anche di chilometri dal loro paese di residenza per trovare un medico di famiglia che per cortesia e per senso di responsabilità, li visiti se si sentono male e gli prescriva i farmaci. Spesso, queste persone sono costrette a rivolgersi al pronto soccorso, ma se il paziente ha necessità di un certificato di malattia da inviare al datore di lavoro, le cose si complicano. Al Pronto soccorso del Delogu di Ghilarza, ad esempio, non rilasciano certificati di questo tipo».
Quella della carenza di medici di medicina generale è un problema che si trascina da tempo. «È vero che ci sono sempre meno medici, sia come conseguenza del numero chiuso per l’accesso alla facoltà di Medicina, sia perché l’accesso alle specializzazioni, soprattutto in Sardegna, ha subito un fortissimo rallentamento – spiega Alessandro Usai –. Di sicuro esistono anche ritardi di ordine burocratico, basti pensare che la graduatoria per il Bando del 2019 è stata fatta solo due settimane fa, con l’effetto di aver fatto accumulare sedi carenti già a partire dal 2018. Adesso che siamo nel 2021, ai cittadini di fatto si nega il diritto alle cure».
Da tempo la Fimmg ha una proposta che potrebbe almeno tamponare una situazione che sta diventando insopportabile, soprattutto nei centri dell’interno, mal collegati dalle linee di trasporto pubblico e con una rete viaria inadeguata, dove la popolazione è soprattutto anziana: «La nostra proposta è di consentire ai medici della continuità assistenziale cioè le guardie mediche di tenere aperti gli ambulatori anche la mattina dei giorni feriali, così da garantire assistenza dove manca il medico di medicina generale». Usai spiega di aver già avuto contatti con le guardie mediche che sarebbero disposti ad aderire: «Serve però una deroga e, se non la possono fare Assl e Ats, potrebbe essere decisa dalla Regione». (m.c.)
Il dottor Alessandro Usai, segretario provinciale della Federazione, traccia un quadro piuttsto preoccupante, partendo proprio dai disagi provocati dalle sedi rimaste scoperte: «Per questi pazienti è un continuo calvario, costretti a doversi spostare anche di chilometri dal loro paese di residenza per trovare un medico di famiglia che per cortesia e per senso di responsabilità, li visiti se si sentono male e gli prescriva i farmaci. Spesso, queste persone sono costrette a rivolgersi al pronto soccorso, ma se il paziente ha necessità di un certificato di malattia da inviare al datore di lavoro, le cose si complicano. Al Pronto soccorso del Delogu di Ghilarza, ad esempio, non rilasciano certificati di questo tipo».
Quella della carenza di medici di medicina generale è un problema che si trascina da tempo. «È vero che ci sono sempre meno medici, sia come conseguenza del numero chiuso per l’accesso alla facoltà di Medicina, sia perché l’accesso alle specializzazioni, soprattutto in Sardegna, ha subito un fortissimo rallentamento – spiega Alessandro Usai –. Di sicuro esistono anche ritardi di ordine burocratico, basti pensare che la graduatoria per il Bando del 2019 è stata fatta solo due settimane fa, con l’effetto di aver fatto accumulare sedi carenti già a partire dal 2018. Adesso che siamo nel 2021, ai cittadini di fatto si nega il diritto alle cure».
Da tempo la Fimmg ha una proposta che potrebbe almeno tamponare una situazione che sta diventando insopportabile, soprattutto nei centri dell’interno, mal collegati dalle linee di trasporto pubblico e con una rete viaria inadeguata, dove la popolazione è soprattutto anziana: «La nostra proposta è di consentire ai medici della continuità assistenziale cioè le guardie mediche di tenere aperti gli ambulatori anche la mattina dei giorni feriali, così da garantire assistenza dove manca il medico di medicina generale». Usai spiega di aver già avuto contatti con le guardie mediche che sarebbero disposti ad aderire: «Serve però una deroga e, se non la possono fare Assl e Ats, potrebbe essere decisa dalla Regione». (m.c.)