Annega a Is Arenas dopo aver salvato il figlio della compagna
Carlo Lugliè, oristanese di 58 anni, docente di Preistoria e protostoria all’Università di Cagliari, è morto dopo essere riuscito a strappare alle onde il ragazzino di 11 anni
Narbolia Si è tuffato, tra le onde per salvare una vita. C’è riuscito, ma ha perso la sua, sacrificandosi così per evitare che il figlio undicenne della compagna venisse sopraffatto dal mare sempre infido di Is Arenas. La provincia di Oristano perde una persona ovunque apprezzata, la Sardegna dice addio a un uomo di grande cultura, perché la vittima è Carlo Lugliè, 58 anni, docente universitario Preistoria e Protostoria alla facoltà di Lettere antiche dell’Università di Cagliari e, diversi anni fa, indimenticato alunno e poi professore di lettere classiche al liceo De Castro di Oristano.
È successo tutto in una giornata che, chiunque conosca il mare infido di Is Arenas, sapeva essere di altissimo rischio. Il maestrale soffiava forte e le acque del golfo esposto proprio a nord ovest lungo la costa oristanese si sono ingrossate sempre di più sino a diventare quasi impraticabili. Le onde, in quel braccio di mare, tendono a trascinare al largo i bagnanti e poi a mandarli sott’acqua quando il vento soffia forte. È stato nel tardo pomeriggio che il ragazzino undicenne, mentre stava facendo il bagno si è trovato in estrema difficoltà. Carlo Lugliè, che stava a sua volta facendo un tuffo, ha capito che il figlio della propria compagna non riusciva più a guadagnare la riva e che serviva un intervento immediato per evitare la tragedia. Non ha esitato a raggiungere il ragazzino e prestargli soccorso.
È iniziata in quel momento una lotta contro il mare furioso che, secondo dopo secondo, ha fiaccato le energie di Carlo Lugliè. Questi però non ha mollato sino all’ultimo, dando la priorità alla salvezza del figlio della compagna. Nel frattempo, tra la concitazione dei non tantissimi bagnanti che si trovavano in quel punto di Is Arenas, a poche centinaia di metri dalla vicina località di Torre del Pozzo, alcuni allievi della scuola di vela hanno raggiunto pochi istanti più tardi il luogo in cui Carlo Lugliè e il ragazzino erano in balia delle onde. Coi mezzi nautici che avevano a disposizione e con alcuni dispositivi per il salvataggio in mare hanno prestato i soccorsi che sono serviti a far riguadagnare la riva al ragazzino nonostante questi fosse in estremo affanno, ma non a Carlo Lugliè.
Quando è stato riportato sul bagnasciuga già non respirava più. La stanchezza per riuscire a tenere a galla il figlio della compagna in quei momenti gli avevano portato via tutte le energie a disposizione e il suo fisico da atleta che sembrava non dovesse mai invecchiare, non ha invece retto allo sforzo venendo sopraffatto dal mare. Nel frattempo, gli uomini della Capitaneria di porto e un’équipe del 118 avevano raggiunto Is Arenas. Proprio questi ultimi hanno provato a rianimare Carlo Luglié, ma il suo cuore si era ormai fermato e non ha più ripreso a battere. Qualche ora più tardi, quando la notizia si è diffusa, il mondo della cultura sarda è rimasto impietrito di fronte alla tragedia, così come le tante persone di Oristano che con lui avevano condiviso i momenti tra i banchi di scuola sia come compagni che come alunni o nel campo da basket.
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