Pesca di frodo nell’Area marina protetta del Sinis, denunciati due pescatori abusivi a Cabras
Il blitz del Corpo Forestale interrompe la battuta effettuata a Maimoni con un barchino. Stavano agendo a cavallo tra una zona a riserva integrale e una zona a riserva parziale
Cabras Tanto va la barca al largo che ci lascia lo zampino. Stavano infatti pescando nelle acque dell’Area Marina Protetta del Sinis-Mal di Ventre le due persone denunciate per pesca di frodo dopo che la loro barca era stata avvistata da una pattuglia del Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Regione. Gli agenti erano impegnati nei classici e costanti servizi di vigilanza a tutela della fauna ittica e per garantire e salvaguardare la pesca legale. Quando si è avvicinato alla spiaggia di Maimoni, splendida località marina della costa di Cabras, il personale della Stazione forestale di Oristano ha avvistato un gommone che si spostava a cavallo tra due zone dell’AMP, quella B classificata come Zona a riserva generale e quella C destinata invece alla riserva parziale.
Seppure a distanza, i forestali hanno capito che a bordo dell’imbarcazione c’erano due persone e che una di queste si tuffava in mare per poi riemergere con continuità. Monitorando da terra i vari spostamenti del barchino, gli agenti hanno fatto scattare la trappola nel momento in cui si è avvicinato a un approdo. A quel punto hanno potuto controllare l’imbarcazione, i loro occupanti e la documentazione che avevano con sé. Dai controlli effettuati è risultato che trasportavano circa 6 chilogrammi di pescato, di cui la maggior parte spigole, e non c’è voluto molto per fare due più due e capire che era stata appena interrotta una battuta di pesca abusiva.
In quanto pescatori non professionali e non autorizzati, entrambi sono stati denunciati. La legge sui parchi e sulle aree marine protette prevede infatti, all’articolo 30, la sanzione penale dell’arresto fino a dodici mesi e l’ammenda da 103 a 25.823 euro. La pesca sportiva subacquea non infatti è consentita in tali aree. La pattuglia del Corpo forestale ha inoltre sequestrato le attrezzature da pesca e il pescato che, su autorizzazione del pubblico ministero della procura di Oristano titolare delle indagini, è stato devoluto alla Mensa della Carità delle Figlie di San Giuseppe, dal momento che non era certo più possibile restituire alla natura ciò che le era stato tolto abusivamente. Il Corpo Forestale che da sempre è impegnato, con grande impiego di risorse umane e strumentali, ad arginare il fenomeno della pesca di frodo, ricorda che al numero di telefono 1515 è possibile segnalare 24 ore su 24, anche in modo anonimo, la pesca illegale che danneggia le risorse ittiche comuni e le attività professionali degli operatori del settore regolarmente autorizzati.