La Nuova Sardegna

Oristano

Lotta per la verità

La chiesa di Oristano al fianco di Padre Paolo Contini contro la pedofilia

di Enrico Carta

	Padre Paolo Contini
Padre Paolo Contini

Nel maggio 2023 il sacerdote aveva denunciato gli abusi subiti da un compagno di studi quando si trovava al seminario francescano. Ora il clero dell’Arcidiocesi arborense si schiera con lui e chiede giustizia

22 giugno 2024
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Oristano Sapeva sin dal momento in cui ha denunciato tutto, anche pubblicamente, che la sua non sarebbe stata una battaglia facile. Ora Padre Paolo Contini ha dalla sua anche il clero oristanese che ha deciso di sostenerlo apertamente nella vicenda giudiziaria che lo vede opposto al tribunale ecclesiastico a un suo compagno di studi ai tempi in cui frequentava il seminario collegio serafico dei frati francescani conventuali, in piazza Cattedrale a Oristano.

La denuncia pubblica Il sacerdote, oggi parroco a Ghilarza, Abbasanta e Norbello, parlò apertamente degli abusi sessuali subiti da un altro seminarista più grande di lui quando entrambi studiavano in città. Lo fece durante una messa nel maggio del 2023, quando aveva trovato forza anche nell’azione che la Chiesa cattolica guidata da Papa Francesco aveva intrapreso con una decisione mai vista prima contro il fenomeno della pedofilia e degli abusi sessuali all’interno del clero.

Le prove degli abusi Aveva raccontato di essere entrato in possesso delle prove decisive – una lettera scritta dall’altro seminarista in cui c’era una confessione palese di quel che era stato commesso tra il 1987 e il 1988 – che smascheravano l’altro religioso che aveva compiuto le violenze sessuali. Era stato l’atto che l’aveva convinto a denunciare il frate, ma questi se l’era cavata con una punizione che prevedeva di trascorrere un periodo di pochi mesi in Terra Santa. Padre Paolo ritenne che quella condanna fosse davvero poco proporzionata rispetto a ciò che aveva subito e allora aveva insistito ed era riuscito a portare il caso di fronte al tribunale ecclesiastico.

La battaglia al tribunale ecclesiastico Ritenendo quello un traguardo fondamentale, aveva fatto l’ulteriore passo di rendere nota a tutti la vicenda, affinché non si ripetessero più casi del genere e perché le vittime di quelli passati trovassero a loro volta la forza di denunciare gli episodi di abusi subiti. Il clima nuovo su queste vicende creatosi con il pontificato di Papa Francesco era sembrato a molti la chiave di volta. Invece Padre Paolo oggi racconta di aver nuovamente sbattuto contro il muro che parte del clero ancora oppone a chi vuole far emergere la verità.

L’incontro col clero È per questo che nei giorni scorsi il sacerdote ha incontrato il resto del clero oristanese ed è di fronte a loro che ha parlato della sua vicenda. «Non mi sono limitato a esporre la mia versione dei fatti. A loro ho portato le prove e i documenti che sono sotto esame al tribunale ecclesiastico». La risposta del clero oristanese è arrivata immediata con una comunicazione che prima fa un breve excursus delle ultime tappe della storia: «Padre Paolo ha documentato, con molti dettagli, la veridicità della sua denuncia e la gravità del reato subito. Allo stesso tempo, tutti i presenti hanno potuto prendere atto, in base alla documentazione presentata, di un percorso non lineare e di evidenti incongruenze rispetto alle intenzioni e alle norme fortemente volute da papa Francesco e pubblicate in vari documenti fra cui le linee guida pubblicate dalla CEI nel 2019 e riviste nel 2023, il vademecum su alcuni punti della procedura nel trattamento dei casi di abuso sessuale di minori commesso da chierici, del 5 giugno 2022, e ulteriormente ribadite nel Motu proprio Vox estis lux mundi, del 25 marzo 2023, in cui vengono adottate a livello ecclesiale universale le procedure volte a prevenire e contrastare questi crimini che feriscono profondamente le persone coinvolte e la comunità ecclesiale».

Il sostegno A quel punto, una volta preso atto della comunicazione di padre Paolo, «i sacerdoti arborensi presenti all’incontro, riflettendo anche la posizione espressa dall’Arcivescovo, hanno voluto comunicare quanto segue: “Manifestiamo piena solidarietà nei confronti di padre Paolo Contini e chiediamo, con lui e per lui, un equo processo canonico. Prendiamo le distanze da chiunque volesse difendere o minimizzare la responsabilità di chi si è macchiato degli abusi. Esprimiamo la nostra decisione di stare dalla parte della vittima e nel condannare, senza alcun indugio, tutti i casi di pedofilia e di abusi sui minori e sulle persone vulnerabili, come tutti i pedofili e le persone che abusano in qualsiasi ambito, sia esso familiare, civile o ecclesiale, della fiducia delle persone minori loro affidate. La denuncia di padre Paolo non è un fatto privato, ma è una ferita che addolora e coinvolge tutta la Chiesa e per questo manifestiamo ad alta voce contro il reato di pedofilia e chiediamo giustizia per il nostro confratello che ne è stato vittima. Auspichiamo che anche l’Ordine Francescano Conventuale prenda una ferma posizione di condanna sulla vicenda”».

Il futuro Incassato questo sostegno, Padre Paolo si sente rinforzato nella sua battaglia per la verità e lo è ancor più perché, di recente, oltre ad aver avuto il supporto massimo di Papa Francesco, ha notato un cambio di passo del tribunale ecclesiastico. Sono sttai infatti sostituiti i giudici che per un anno avevano tenuto fermo il caso e questo fa affermare al sacerdote oristanese: «Ripartiamo da zero, con nuovi giudici. Speriamo che verifichino in fretta e arrivino alla verità. Ci sono le leggi per contrastare atti del genere, ma è ancora forte l’idea che sia più scandalosa la denuncia che il reato. Spero che questo segnale forte che arriva dalla chiesa oristanese sia da impulso per arrivare alla verità».

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