La Nuova Sardegna

Oristano

Il caso

Oristanese, donne nel mirino: due arresti e un braccialetto elettronico

di Michela Cuccu
Oristanese, donne nel mirino: due arresti e un braccialetto elettronico

In poche ore tre casi di minacce e atti persecutori nei confronti di quattro donne di tre paesi della Provincia. In manette sono finiti due uomini di 37 e 48 anni, per un terzo 39enne (che minacciava madre e sorella) è scattato il provvedimento del giudice che ha disposto il braccialetto elettronico

09 agosto 2024
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Oristano Quattro donne nel mirino. Per mesi vessate, umiliate, perseguitate. Le loro storie di compagne, madri, sorelle, vittime di uomini aguzzini appena fermati da carabinieri e polizia, si leggono sui verbali di arresto che in questi giorni stanno intasando le aule del tribunale di piazza Aldo Moro. Tre casi in poche ore. Ieri le porte del carcere di Massama si sono aperte per due uomini che perseguitavano le loro ex compagne minacciandole di morte. Disperate, le donne hanno chiesto l’intervento delle forze dell’ordine che hanno colto in flagrante i due violenti e li hanno arrestati. A finire in cella per primo è stato un trentasettenne originario e residente nella provincia di Sassari. Nonostante il divieto di avvicinarsi alla ex compagna, disposto dal magistrato come misura cautelare dopo la denuncia della donna esasperata per le continue violenze e minacce, lui continuava a cercarla. Così lei aveva nuovamente chiesto l’intervento della polizia che da giorni teneva sotto stretto controllo il pregiudicato che l’altra sera è stato sorpreso dagli agenti di una volante della Questura di Oristano che avevano allestito un posto di blocco nelle vicinanze della casa della vittima. In carcere, sottoposto a misura cautelare disposta dal giudice per le indagini preliminari di Oristano Federica Fulgheri, è finito anche un uomo di 48 anni, residente in un centro della provincia. Ad arrestarlo sono stati i carabinieri che lo hanno sorpreso mentre cercava di introdursi nell’abitazione di una giovane con la quale aveva avuto una breve relazione. La donna, madre di due bambini, aveva deciso di chiudere i rapporti con l’uomo, spaventata dai suoi comportamenti. L’uomo non aveva accettato la fine della relazione, continuava a cercarla. Entrava a casa sua con ogni sotterfugio, la perseguitava inviandole lettere, e-mail e messaggi dove oltre gli insulti, minacciava di uccidere lei e i bambini. Più di una volta aveva anche inscenato il suicidio cercando di colpevolizzare la donna che, terrorizzata, aveva inviato un messaggio di posta elettronica ai carabinieri della stazione del paese con questo quesito: «Se una persona viene minacciata di morte (o peggio) con un messaggio che poi l’autore cancella, cosa si può fare? Si è veramente tutelati o si rischia che il denunciato diventi ancora più cattivo?». I militari avevano convocato la donna in caserma che nonostante tutto aveva deciso di non querelare il suo ex. Ma l’altra sera, dopo l’ennesima scenata sotto casa della donna e gli inutili tentativi di calmarlo da parte dell’avvocato Fabio Costa, (legale di fiducia dell’uomo), i carabinieri sono arrivati sotto casa e lo hanno arrestato per gli atti persecutori. Il terzo caso giovedì sera: il giudice ha emesso un’altra ordinanza di divieto di avvicinamento alla madre e alla sorella nei confronti di un pregiudicato 39enne che minacciava di morte le due donne per ottenere soldi per la droga. All’uomo è stato applicato anche il braccialetto elettronico.

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