La Nuova Sardegna

Oristano

La protesta

Terralba, diportisti in rivolta: «Fateci lavorare»

di Michela Cuccu
Terralba, diportisti in rivolta: «Fateci lavorare»

I diportisti durante una manifestazione di protesta, nello stagno di Marceddì, hanno chiesto di poter navigare anche vicino al Poligono di Capo Frasca

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Terralba È andata ben oltre le più ottimistiche previsioni, la manifestazione dei diportisti che questa mattina, nello stagno di Marceddì, hanno chiesto di poter navigare anche vicino al Poligono di Capo Frasca. Una decina di imbarcazioni con equipaggi e amici, hanno navigato di fronte al porticciolo per chiedere il ripristino delle regole del precedente protocollo d’intesa che consentiva, nei giorni in cui l’attività militare si fermava, di potersi avvicinare ad una costa bellissima e dai paesaggi incontaminati. Oggi invece, chi prova a varcare quella linea di confine che dal mare non si vede, ma che gli strumenti di bordo registrano, viene immediatamente raggiunto e sanzionato perché non ha rispettato il divieto di navigazione. Alla manifestazione, promossa dall’associazione dei diportisti di Capo Frasca, hanno partecipato anche numerosi amministratori locali, tra cui il sindaco di Terralba, Sandro Pili, sul cui Comune ricade parte dell’area militare. «È l’unico tratto di mare interdetto perennemente alla navigazione – spiega Giancarlo Deligia, uno dei promotori della manifestazione – non abbiamo nulla contro la presenza militare: chiediamo solo una migliore convivenza, con meno divieti. Sarebbe un modo per favorire il turismo nautico anche in questo tratto di costa. Marceddì è infatti l’unico porto per molte miglia. Non essendo mai stato valorizzato, manca di manutenzione. Un vero peccato».

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