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Serusi all’Ordine dei medici di Oristano: «Realtà distorta per alimentare tensioni»

di Enrico Carta

	Il direttore generale dell'Asl Angelo Maria Serusi
Il direttore generale dell'Asl Angelo Maria Serusi

Replica dell’Asl dopo l’attacco sulle condizioni degli ambulatori e degli ospedali: «Il dossier inviato alla Regione non rappresenta la situazione ed evidenzia solo i problemi, ma non le tante migliorie apportate»

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Oristano Nel bel mezzo delle giornate da incubo di mezza estate il clima attorno alla sanità si fa ancora più rovente. Come se già non ci fosse abbastanza caldo per tutti i problemi che deve affrontare, ecco che lo scontro si fa totale e vede ormai contrapposti su posizioni che paiono inconciliabili l’Asl e l’Ordine dei medici. Era stato quest’ultimo a segnalare le condizioni critiche in cui si trovano diversi ambulatori di medicina generale e a evidenziare come gli ospedali della provincia non è che scoppino di salute. Adesso arriva la replica del direttore dell’Als, Angelo Maria Serusi che, per restare in temi shakespeariani ribatte che siamo al «Tanto rumore per nulla», citando il presidente dell’Ordine dei Medici di Oristano, il dottor Antonio Sulis: «Nella sua conferenza stampa ha confermato, qualora ce ne fosse stato bisogno, quanto più volte sostenuto da questa Direzione generale sull’orientamento dello stesso Ordine dei Medici nel mettere in rilievo esclusivamente le criticità, già peraltro evidenziate dalla stessa Asl 5, riguardanti l’Unità Operativa di Medicina Interna dell’ospedale San Martino di Oristano e sulla situazione della medicina territoriale, praticamente estesa a tutta la Regione Sardegna».

Ospedale di comunità di Ghilarza Poi si entra nel dettaglio delle risposte e si parte dall’ospedale di comunità. Il direttore Serusi ha proseguito: «Peraltro fra queste verità, inserite in maniera evidentemente strumentale, il dottor Sulis ribadisce elementi non solo confutabili, ma, per certi versi, assolutamente non rispondenti al vero. Fra tutti, l’affermazione secondo la quale l’ospedale di comunità di Ghilarza sarebbe chiuso per mancanza di personale. Affermazione totalmente priva di fondamento. Questa direzione generale ha più volte precisato che la chiusura programmata dell’ospedale di comunità, struttura finora unica in Sardegna, è stata determinata da una scelta aziendale per consentire al personale infermieristico e agli operatori socio-sanitari di effettuare il periodo di ferie in maniera contestuale, preferendo optare per una temporanea e programmata pausa che garantisca la successiva riapertura a pieno regime piuttosto che offrire un’assistenza a singhiozzo per l’intero periodo estivo. In ogni caso con l’assistenza garantita ai pazienti, dimessi o reindirizzati in altre strutture in maniera programmata, secondo collocamenti clinici appropriati. Stupisce, in assoluto, l’affermazione del dottor Sulis sulla carenza di personale nell’ospedale di comunità, visto che questa struttura ha ottenuto l’accreditamento regionale proprio in base al numero di medici, infermieri e operatori socio-sanitari presenti. Ed è grave che il presidente dell’Ordine dei Medici di Oristano non conosca questi elementi essenziali, che permettono alle strutture sanitarie di ricevere l’autorizzazione a operare».

Strutture territoriali Il manager dell’Asl 5 ha poi precisato: «È apparso ulteriormente singolare l’approccio del dottor Sulis, che, parlando dello stato di manutenzione delle strutture territoriali cita alcuni casi spot , omettendo di rimarcare lo sforzo di questa Direzione generale nello spendere circa 3 milioni e 400mila euro per il miglioramento e l’adeguamento di queste strutture, 480mila euro dei quali destinati alle strutture territoriali, secondo un piano di priorità delineato dall’ufficio tecnico e da questa stessa direzione, cercando di ovviare alla pesante eredità lasciata da Ats, sulla quale lo stesso Ordine dei Medici di Oristano ha sempre taciuto. Se l’intento reale fosse stato davvero quello di rappresentare all’esterno la situazione dello stato di manutenzione degli stabili aziendali, il presidente dell’Ordine dei Medici di Oristano avrebbe potuto semplicemente contattare gli uffici della Direzione per ottenere un’informazione corretta e magari concertare con la stessa Asl 5 un’azione sinergica nei confronti dell’assessorato regionale alla sanità per ottenere ulteriori risorse finalizzate al recupero degli stabili e al reperimento di attrezzature adeguate. E se il dottor Sulis si fosse confrontato con il direttore generale, avrebbe appurato la continua interlocuzione esistente fra gli uffici tecnici dell’azienda, i sindaci e i rispettivi uffici tecnici comunali. Un confronto, che sarebbe stato utile, anche per evitare di riferire ulteriori informazioni false, come quelle riguardanti i locali della guardia medica di Cabras. Stabili nei quali i nostri uffici tecnici hanno provveduto al risanamento della struttura e all’adeguamento dell’impianto di condizionamento per una spesa di circa 25mila euro. Inoltre 240mila euro sono stati impiegati per la sistemazione degli impianti di condizionamento dell’ospedale di Bosa e del poliambulatorio di Ghilarza».

Ascot Il terzo momento della replica è dedicato agli Ambulatori straordinari di continuità assistenziale: «Il dottor Sulis riferisce per l’ennesima volta che il numero di pazienti senza medico nell’oristanese sarebbe di oltre 40mila, notizia anche questa falsa e tendenziosa, anche perché più volte ribadita, contro il numero reale certificato dai dati e dai monitoraggi continui di questa azienda, pari a circa 25mila. Criticità per la quale, cosa oramai nota a tutti, l’Asl 5 ha messo in campo il progetto pilota degli ASCoT, adottato da tutte le altre aziende sanitarie della Regione Sardegna con grande soddisfazione e del quale, allo stato attuale, non si può più fare a meno».

Ospedale San Martino Si entra poi nel capitolo ospedale San Martino, con il direttore Serusi che prosegue: «Prendiamo atto, ancora una volta, della volontà dello stesso Ordine dei Medici di Oristano di tacere sulle tante iniziative messe in campo da questa direzione generale per il miglioramento dell’assistenza clinica e sanitaria nell’ospedale San Martino con l’introduzione di nuove specialistiche o il ripristino di altre, che erano state chiuse o sottodimensionate. Si ribadisce che, almeno le prime tre, fino a oggi gravitavano solo nell’area privata nell’oristanese. Peraltro è stato singolare l’intervento del dottor Gianfranco Delogu sull’attività dell’Emodinamica del presidio ospedaliero oristanese. Questa Unità operativa rappresenta un fiore all’occhiello dell’ospedale San Martino, non inferiore, di certo, a ciò che offre in questo momento il panorama sanitario regionale. Stupisce come un dirigente medico di un’altra azienda sanitaria entri nel merito dell’organizzazione e delle attività dell’Asl 5 di Oristano, parlando, fra l’altro, anche del pronto soccorso, senza, pure in questo caso, conoscere la realtà del servizio, anziché astenersi, quantomeno per opportunità, se non per codice deontologico, nel valutare autonome organizzazioni decise e pianificate da una direzione strategica, a ciò deputata».

Le ultime parole del direttore generale sono nette: «Se il dottor Sulis avesse davvero voluto dare una rappresentazione reale della situazione sanitaria nell’Oristanese, bene avrebbe fatto a interpellare la direzione generale dell’Asl 5 e concordare con essa le azioni. Invece, allo stato attuale, permane da parte dell’Ordine dei Medici di Oristano una totale mancanza di proposte a sostegno di quelle già presentate dall’azienda. Purtroppo il metodo utilizzato è quello di fornire l’immagine di una realtà sanitaria oristanese sempre più precaria, immagine che si rispedisce al mittente, confermando, invece, che questa azienda è in forte ripresa, specialmente sul versante ospedaliero, a vantaggio di tutte le comunità oristanesi, alle quali vorremmo dare rassicurazioni sulla qualità dei servizi sanitari offerti, nonostante le note criticità. Il saldo attuale dei medici e degli infermieri è assolutamente positivo rispetto ai dati degli ultimi due anni, più 35 in entrambi i casi. Numeri che dimostrano come questa azienda sia in grado di offrire servizi di qualità attraverso progetti sanitari visibili e concreti. Ribadiamo che il lettore attento saprà discernere fra i soggetti che operano a tutela degli interessi degli utenti e dei pazienti rispetto a coloro che dicono di farlo, ma in realtà alimentano solo tensioni attraverso false rappresentazioni della realtà».

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