Usi civici a Oristano: «In città sono 33 ettari»
A svelarlo l’assessore al Patrimonio Ivano Cuccu dopo la ricognizione svolta dall’Ufficio tecnico del Comune che in questi mesi sta lavorando per mettere a punto le nuove istanze di espunzione e trasferimento delle aree gravate dai vincoli. Dopo Torregrande e le frazioni di Donigala, Nuraxinieddu e Massama, l’attenzione dei tecnici è rivolta ora al territorio comunale a alla frazione Silì
Oristano Trentatré ettari in città, sette a Silì: non era soltanto la borgata di Torregrande ad avere i terreni vincolati dagli usi civici. È davvero sorprendente il risultato della ricognizione svolta dall’Ufficio tecnico del Comune che in questi mesi sta lavorando per mettere a punto le nuove istanze di espunzione e trasferimento delle aree gravate dai vincoli. Dopo Torregrande e le frazioni di Donigala, Nuraxinieddu e Massama, ora l’attenzione dei tecnici è rivolta alla città e a Silì. Una ricognizione che ha permesso di mettere in luce una situazione in parte già nota ma anche qualche curiosità. Ad esempio, come nel caso dell’Imc di Torregrande, altre strutture di interesse pubblico sorgono almeno in parte sugli Usi civici, come la scuola d’Agraria e le aree che sono state utilizzate dal Cnr, ma anche una porzione di territorio nei pressi della scuola elementare di via Solferino. Spigolando nell’inventario troviamo anche una parte dell’area sportiva del Sacro Cuore o un pezzo di via Rockefeller o un tratto di strada nella zona del Foro Boario. In Comune contano di completare presto l’iter con la Regione.
È proprio l’assessore al patrimonio, Ivano Cuccu, tuttavia, ad invitare alla cautela: «Bisogna chiarire che contrariamente a quanto è accaduto con Torregrande dove c’erano 300 abitazioni costruite su aree vincolate e comunque regolarmente acquistate da cittadini che all’improvviso avevano scoperto di non avere più titolarità della proprietà, nelle altre parti del territorio comunale la situazione è diametralmente diversa. Sia in città che nella frazione di Silì si tratta quasi esclusivamente di terreni del Comune, per lo più reliquati o piccole aree. Comunque una situazione che contiamo di definire in tempi rapidi, ovviamente se la Regione accoglierà le nostre richieste». Con una buona dose di ottimismo, l’assessore azzarda una tempistica: «Vorremmo riuscire a concludere l’iter entro le prossime settimane così da presentare le richieste alla Regione entro dicembre», ipotizza l’assessore. «Se le nostre richieste verranno accolte – aggiunge – agli inizi del 2025 potremmo già avere il decreto regionale. In questo modo potremo finalmente, tra ottobre e novembre del prossimo anno portare in Consiglio il piano di valorizzazione degli Usi civici che consentirà una miglior gestione del patrimonio». Tra gli obiettivi del Comune c’è anche un utilizzo più razionale delle aree gravate dai vincoli, realizzando opere pubbliche come zone verdi, parcheggi, sistemazione definitiva di strade come nel caso del segmento che collega Pardu Nou a Nuraxinieddu. Dice ancora Cuccu: «In molti casi espunzione, trasferimento e annullamento non dovrebbero trovare intoppi se consideriamo che già nel decreto del 1938, quando l’allora Commissario istituì gli Usi civici, ipotizzò l’alienazione per molte delle zone vincolate». Insomma, a sentire l’assessore la conclusione dell’intera partita non è lontana: «La situazione più difficile l’avevamo a Torregrande dove, a settembre dell’anno scorso, con la firma della determina di autorizzazione da parte del direttore generale dell’assessorato regionale all’Agricoltura è diventato effettivo il piano di trasferimento della terre civiche dall’area compresa tra la torre e il porticciolo alla porzione di pineta compresa tra il tennis club e il campeggio Spinnaker. Quei terreni – prosegue – sono sdemanializzati, ma viene mantenuto il vincolo paesaggistico. Finalmente chi ha la casa in quelle aree, attraverso un atto notarile, sta ottenendo la piena disponibilità dell’immobile. Sui terreni dove è stato trasferito il vincolo si applica la normativa del codice dei beni culturali e del paesaggio», conclude Cuccu.