La Nuova Sardegna

Oristano

L’inaugurazione

A San Salvatore di Sinis un rudere diventa Centro servizi: «Sarà la casa della comunità»

di Paolo Camedda
A San Salvatore di Sinis un rudere diventa Centro servizi: «Sarà la casa della comunità»

Spesa di 400mila euro: l’opera rientra nel piano pluriennale di interventi “Grande Progetto Mont’e Prama” ed è stata inaugurata alla presenza del sindaco di Cabras, Andrea Abis, del presidente della Fondazione Mont’e Prama, Anthony Muroni, e del parroco del paese lagunare, monsignor Giuseppe Sanna

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Cabras San Salvatore di Sinis ha ufficialmente di un Centro servizi, realizzato nella struttura che in passato veniva concessa in uso al Comitato per i festeggiamenti in onore di San Salvatore. Ormai da tempo era ridotta a un rudere, è stata ristrutturata con una spesa complessiva di circa 400mila euro. Il centro sarà dotato di un ufficio informazioni, di centri di documentazione del parco archeologico del Sinis e di San Salvatore e dell’ipogeo, ma anche di un’area filmografica. L’opera rientra all’interno del piano pluriennale di interventi “Grande Progetto Mont’e Prama” ed è stata inaugurata alla presenza del sindaco di Cabras, Andrea Abis, del presidente della Fondazione Mont’e Prama, Anthony Muroni, e del parroco del paese lagunare, monsignor Giuseppe Sanna, che ha dato la benedizione. Come dichiarato da Comune e Fondazione, il Centro sarà «una casa della comunità». Se infatti la sua funzione principale sarà quella di raccordo informativo e visitor center, posizionato in un punto strategico del Sinis, nella nuova struttura, dotata di pannelli illustrativi lungo i corridoi, si ripercorre la storia del villaggio e del culto di Gesù Salvatore.

Gli ambienti coniugano tradizione e innovazione: oltre a due grandi schermi è presente anche uno schermo touch con alcuni quiz e dei giochi interattivi, quattro virtual tour sull’ipogeo, sul villaggio prima e dopo il restauro del 2023, su Tharros e su San Giovanni di Sinis. I locali saranno inoltre concessi alle associazioni Is Curridoris e Santu Srabadoeddu per le loro iniziative. Nel giardino potranno essere organizzate conferenze e piccoli eventi culturali. «Dopo il restauro dell’ipogeo e della chiesa, con questo intervento aggiungiamo un tassello ai servizi del villaggio e in generale ai servizi offerti dalla Fondazione», ha affermato Anthony Muroni. «È una soddisfazione perché questo luogo era ormai ridotto ad un rudere e grazie anche all’anima dei nostri tecnici, della nostra archeologa Nicoletta Camedda, dei progettisti e dell’impresa, l’abbiamo trasformato in un posto carino, accogliente e inclusivo. Il risultato – ha concluso Muroni – è andato oltre le aspettative, con la tradizione, il recupero storico, che si uniscono alla modernità. La struttura sarà anche un centro culturale aperto alla comunità, basterà farne richiesta». Molto soddisfatto anche il sindaco di Cabras, Andrea Abis: «È una giornata molto positiva – ha detto – che rappresenta un passo avanti nel “Master plan San Salvatore”, quella serie di misure e di interventi che vogliono rafforzare questa località. L’intervento è finalizzato all’erogazione di servizi, a custodire la grande tradizione di San Salvatore e a raccontarla attraverso l’allestimento, oltre che ad info point turistico per i beni culturali e l’archeologia. Fino ad arrivare a cose piccole ma importanti, come la disponibilità di servizi igienici pubblici nel villaggio». Il primo cittadino guarda già alle prossime tappe: «Adesso il nostro obiettivo nei prossimi tre anni è realizzare la linea dell’acqua potabile e le fognature».

Fra le prime visite, c’è stata quella di Agnese Moro, reduce, assieme all’ex brigatista Franco Bonisoli, da un convegno con gli studenti ad Arborea sul tema della giustizia riparativa. La figlia dell’ex presidente del consiglio, Aldo Moro, accompagnata dal parroco di Nurachi e vicario di forania, don Enrico Perlato, ha avuto un incontro informale con il sindaco Abis, che le ha raccontato la storia del villaggio e del culto del Salvatore.

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