La Nuova Sardegna

Oristano

Omicidio colposo

Incidente di caccia a Sedilo, ecco a che punto è l’indagine sulla morte di Filippo Vidili

di Enrico Carta e Maria Antonietta Cossu

	A sinistra Filippo Vidili, la vittima, a destra Marco Solinas, il cacciatore indagato
A sinistra Filippo Vidili, la vittima, a destra Marco Solinas, il cacciatore indagato

Il cacciatore oristanese, cavaliere della Sartiglia, deceduto durante la battuta al cinghiale del 1° novembre. L’unico indagato è l’avvocato cagliaritano Marco Solinas, fratello dell’ex presidente della Regione, Christian

04 novembre 2024
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Sedilo Con l’incarico al medico legale per l’autopsia e l’ufficializzazione dell’unico nome iscritto sul registro degli indagati, quello dell’avvocato cagliaritano Marco Solinas, fratello dell’ex presidente della giunta regionale Christian, hanno preso una direzione ben precisa le indagini sull’incidente di caccia in cui è rimasto ucciso il 50enne oristanese Filippo Vidili, conosciuto cavaliere della Sartiglia, centrato da una fucilata al ventre nella località Su Padru nelle campagne di Sedilo venerdì 1° novembre. Nel pomeriggio di oggi, lunedì 4 novembre, il dottor Roberto Demontis ha eseguito a Cagliari l’esame sul corpo. A uccidere Filippo Vidili è stata una sola fucilata che lo ha raggiunto al basso ventre, un colpo esploso da circa una trentina di metri di distanza che non ha lasciato scampo al 50enne oristanese. 

La sostituta procuratrice Silvia Mascia che coordina le indagini  ha già a disposizione parecchie testimonianze. Sono quelle sin qui raccolte dai carabinieri attraverso le parole dei componenti di “Su sirbone” o “Sa cumpanzia manna”, la compagnia di caccia che stava effettuando la battuta al cinghiale sotto la guida del capocaccia Costantino Salaris.

Secondo quanto raccolto sin qui dagli inquirenti, erano cinque le persone che oltre a Filippo Vidili si trovavano nei pressi del luogo in cui è avvenuto l’incidente, mentre il resto del gruppo era sparso in altre zone della porzione di territorio scelto per la battuta di caccia di quattro giorni fa. Tra gli elementi da accertare, ve n’è uno che più di altri in questo momento sta attirando l’attenzione degli inquirenti e che va valutato con la massima attenzione. Si sta infatti verificando se risponda a verità il fatto che quei cinque cacciatori avessero l’ordine di non sparare e che l’indagato possa aver contravvenuto alle direttive del capocaccia, che ha il difficile compito di gestire come un’unica squadra l’intera compagnia proprio per evitare incidenti. A tali ordini bisogna infatti attenersi scrupolosamente proprio per limitare o azzerare qualsiasi tipo di rischio per l’incolumità delle persone. Al passaggio di un cinghiale invece qualcuno, forse proprio Marco Solinas, avrebbe fatto fuoco colpendo l’animale ma anche l’altro cacciatore.

Per il resto, a Bosa dove vivono la moglie Cristina Obinu e la figlia di Filippo Vidili e a Oristano dove invece risiedono il padre, il fratello e la sorella, si aspetta che il medico legale concluda l’autopsia per poter finalmente conoscere la data del funerale che, a questo punto, dovrebbe essere fissato per domani, martedì 5 novembre. La salma dovrebbe essere restituita ai familiari proprio al termine dell’esame del medico legale al quale parteciperanno anche i consulenti di parte. Per l’indagato, nominato dall’avvocato difensore Gian Mario Fattacciu, ci sarà il dottor Francesco De Stefano. La moglie della vittima ha invece nominato l’avvocato Gian Luigi Mastio, mentre gli altri familiari di Filippo Vidili saranno rappresentati dall’avvocato Mario Gusi. I due avvocati che tutelano le parti offese hanno scelto come consulenti il dottor Alberto Chighine, i quali a loro volta assisteranno all’autopsia. Altri accertamenti tecnici verranno certamente eseguiti attraverso studi balistici, ma in questo momento ciò che più sta pesando sono le testimonianze tutte concordi.

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