In sella con caschi e gilet airbag, stretta in arrivo sull’Ardia di Sedilo
Il prefetto Salvatore Angieri chiede misure di prevenzione degli infortuni più severe per i cavalieri, il sindaco Salvatore Pes è contrario
Sedilo Spunta l’ipotesi di far indossare ai cavalieri casco e gilet airbag da equitazione durante l’Ardia di San Costantino. La catena di incidenti dell’edizione 2024 ha imposto la necessità di elevare ulteriormente gli standard di sicurezza, inducendo il prefetto di a compiere il primo passo. In una recente interlocuzione con il sindaco Salvatore Pes, Salvatore Angieri ha anticipato l’intenzione di introdurre dispositivi di protezione per limitare al massimo i danni fisici conseguenti a cadute. In precedenza, in occasione della presentazione a Oristano di un libro dedicato alla festa di San Costantino, il prefetto aveva ammesso di essere rimasto impressionato dalle scene cui aveva assistito la sera del 6 luglio scorso, quando dieci cavalieri erano rovinati sulla pista restando esanimi per interminabili minuti: «Ho ancora davanti agli occhi l’immagine di madri, mogli e sorelle che piangevano e si disperavano alla vista dei loro cari riversi a terra, sono scene non vorrei più vedere. Per evitare che eventi così drammatici si ripetano è necessario rafforzare le misure di prevenzione».
In quella stessa circostanza aveva auspicato la collaborazione delle istituzioni e degli organismi deputati all’organizzazione e aveva invocato il coinvolgimento della comunità nella ricerca di soluzioni che consentano di salvaguardare l’incolumità pubblica preservando la bellezza e il valore storico dell’antica tradizione equestre. Partendo dal presupposto che nessuno, meglio dei sedilesi, conosce le dinamiche dell’Ardia, il funzionario aveva rimarcato l’opportunità di avviare il confronto. A Sedilo l’appello è stato recepito nel merito, ma sulle prescrizioni i pareri sono discordanti. Il sindaco, che è anche responsabile della sicurezza, è contrario all'uso di caschi e giubbotti: «L’imposizione di altre prescrizioni o vincoli non mi troverà d’accordo – dichiara Salvatore Pes –. Abbiamo raggiunto un livello di sicurezza elevatissimo. È emblematico quanto successo nell’ultima edizione, nella quale, malgrado gli incidenti, sono state rispettate tutte le prescrizioni e sono stati gestiti al meglio tutti gli aspetti, in caso contrario sarebbero stati quantomeno avviati procedimenti a carico dei soggetti coinvolti nella gestione dell’evento».
La ragione che pone il primo cittadino su posizioni aprioristicamente contrarie è anche un’altra: «L’Ardia, in quanto manifestazione religiosa, presuppone una partecipazione volontaria e ciascuno è consapevole dei rischi che si corrono, perché purtroppo il rischio zero non esiste che si tratti di competizioni, tradizioni o altri frangenti della vita. D’altro canto, non c’è e non c’è mai stato alcun veto o impedimento nei confronti dei partecipanti, nessuno impedisce di indossare i dispositivi di sicurezza che ritiene indispensabili. L’Ardia non è mai stata da questo punto di vista restrittiva. La strada intrapresa sulla questione sicurezza è giusta e in quella direzione intendo procedere, migliorando gli aspetti che sono perfezionabili. I cavalli che corrono sono controllati e dichiarati idonei, eppure è accaduto che a un animale abbiano ceduto le zampe posteriori nel punto più veloce del percorso nonostante le condizioni ottime della pista. È stata una fatalità. L’Ardia è patrimonio di tutti e tutti dovremmo tutelarla e preservarla con una sola voce».
Sull’opportunità di aprire una riflessione sull’innalzamento delle misure di sicurezza si è detto d’accordo Gianni Meloni, capogruppo di minoranza, che non si è sbilanciato sulle prescrizioni specifiche proposte dal prefetto: «È forse prematuro esprimere un parere, ma non possiamo sottrarci a una riflessione alla luce degli incidenti accaduti. Bisogna aprire una discussione seria sulle misure da adottare per rendere la corsa più sicura conservando al tempo stesso gli aspetti più autentici della tradizione».