La Nuova Sardegna

Oristano

L’intervista

Tra alfieri, torri e regine è Francesco Sonis il re degli scacchi in Italia

di Paolo Camedda
Tra alfieri, torri e regine è Francesco Sonis il re degli scacchi in Italia

Il campione, che si divide tra l’università e gli allenamenti, si racconta

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Oristano Ci aveva già provato negli anni passati, ma l’eccessiva tensione gli aveva impedito di trionfare. Sabato 7 dicembre a Torino all'interno dell'affascinante location delle sale dell'Archivio di Stato, Francesco Sonis, il Gran maestro di Oristano, ha invece sbaragliato la concorrenza e si è laureato campione italiano assoluto di scacchi del 2024. Prima di lui nessun sardo c’era riuscito. «Vincere è stato bellissimo e molto emozionante – assicura –. Ero sotto tensione da due ore, perché dopo la mia gara stavo aspettando per un’ora e mezza i risultati della sfida fra Moroni e Pozzari, dato che se avesse vinto Moroni saremmo andati agli spareggi rapidi. Invece il confronto si è chiuso con una patta e sono stato io a vincere».

Per Francesco Sonis, 22 anni, non è stata un'impresa semplice: «Faccio il torneo dal 2018, ho saltato solo un anno e di solito non mi andava benissimo perché sentivo troppo la tensione di dover dimostrare qualcosa, soprattutto quando l’hanno organizzato a Cagliari, due anni fa. Invece quest’anno, a Torino, mi sentivo più tranquillo. L’inizio del cammino è stato un po’ a rilento, con quattro pareggi. La situazione è svoltata con la vittoria sul campione uscente Luca Moroni, cui è seguito un altro successo con Alberto David, che non avevo mai battuto. Prima dell’ultima partita eravamo in quattro con gli stessi punti e un altro giocatore che aveva mezzo punto in meno. Nulla era certo, è stato uno dei campionati italiani più combattuti di sempre. Alla fine io ho vinto la mia partita contro Claudio Paduano, mentre i miei tre principali rivali hanno pareggiato».

Francesco Sonis ha chiuso imbattuto con un punteggio di 7.5 – ogni vittoria assegna un punto, ogni pareggio mezzo –, Brunello, Moroni e Lumachi ne hanno totalizzato invece 7. «La mossa che mi ha consentito di battere Capuano è stata alfiere F8 – ha rivelato l’oristanese – . Mi porta bene, perché è la terza volta che vinco con questa mossa, pur effettuata da diverse posizioni». Fra i tanti complimenti ricevuti, uno in particolare gli ha fatto piacere: «Il più bello è stato “Sei un orgoglio per la Sardegna”. Me l’ha fatto il presidente della Federscacchi regionale, Danilo Mallò. Le sue parole mi hanno riempito d’orgoglio». Pur molto giovane, Francesco Sonis è già un simbolo dello sport sardo: «Quando gioco a scacchi sento la responsabilità di rappresentare la nostra terra e sono molto orgoglioso di questo. In particolare spero di poter essere un buon esempio per i giovani sardi. Uno sportivo cui somiglio? Direi Sinner, ma lui è sicuramente a un livello molto più alto».

Ragazzo umile e serio, nel suo quotidiano Francesco Sonis si divide fra sport e studio: «Gioco a scacchi online un paio d’ore al giorno – racconta –, ma studio anche Informatica all’Università, studio Informatica a Cagliari. Mi mancano gli ultimi esami per cui un mio obiettivo per il 2025 è sicuramente conseguire la laurea di primo livello. Forse giocare più ore a scacchi mi avrebbe permesso di essere già a un livello più alto, ma ritengo che tenere la mente allenata anche nello studio sia sicuramente molto utile». Questo perché «negli scacchi studiare la tattica non basta – sostiene Sonis –, bisogna essere molto forti mentalmente, perché anche nelle situazioni più brutte, se rimani concentrato e non ti butti giù puoi riuscire a ribaltare il risultato. Anche il tuo avversario, infatti, può sbagliare». Sul piano sportivo «l’obiettivo più vicino è sicuramente quello di far bene ai prossimi Campionati europei con la Nazionale. Un altro traguardo che mi pongo è ottenere un punteggio superiore ai 2.600 punti Elo, cosa non semplice. Ho già partecipato alle Olimpiadi degli scacchi e mi piacerebbe tornarci e fare bene. Il grande sogno resta poter partecipare ai giochi olimpici normali. Sarebbe bellissimo essere visti in tutto il mondo e sentire il calore del tifo dei sardi e in particolare della mia città. A proposito, ora penseremo a organizzare una festa a Oristano per festeggiare questo importante risultato».

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