Oristano Servizi, la furia dei sindacati: «Sanna non ci riceve da mesi»
Scontro sulla società partecipata del Comune. Roberta Manca (Cgil): «Da mesi sollecitiamo un incontro con il sindaco»
Oristano «Il Comune chiarisca la sua posizione rispetto alla partecipata Oristano Servizi». La segretaria della Cgil, Roberta Manca, pesa le parole ma è comunque dura nei confronti della giunta di Massimiliano Sanna. «Sono mesi che con Uil e Cisl sollecitiamo un incontro con il sindaco. Ogni richiesta è caduta nel vuoto ma qui in ballo ci sono il futuro di una società del Comune e dei suoi lavoratori». Non è da ieri, infatti, che i sindacati sono fortemente allarmati rispetto alla partecipata: «Il problema sono le scelte dell’amministrazione. Non è possibile che la società non venga finanziata in modo che possa ampliare i suoi organici per garantire i servizi e contemporaneamente, si continuino ad affidare lavori ad imprese esterne», denuncia Roberta Manca.
Le difficoltà della in house sono state confermate dalla stessa amministratrice unica, Ludovica Pau. Sentita in audizione dalla commissione comunale al Bilancio, ha riferito come lo scorso anno Oristano Servizi abbia chiuso con un passivo di 80mila euro e che il Comune che si era impegnato a stanziare un milione e mezzo solo per la gestione del verde, in realtà ne abbia versato solo 950mila. «Nel frattempo – spiega Roberta Manca – ci sono aspetti sulla gestione del personale da chiarire, come i sei assunti con il contratto multiservizi ma dirottati alla cura del verde e per questo, il loro contratto da tempo pieno sii è trasformato in part time». Manca rincara la dose: «E dire che il Comune ha persino partecipato agli incontri in prefettura per l’accordo di rete delle aziende agricole di qualità che per poterne far parte, si impegnano ad applicare correttamente i contratti di lavoro ai loro dipendenti». Sono tanti gli aspetti che il sindacato vorrebbe discutere con gli amministratori, compresa la situazione in cui versano il cantiere e le attrezzature di Oristano Servizi. «Il capannone ha come inquilini fissi i piccioni. I lavoratori sono costretti a camminare sul guano e nonostante i solleciti, la struttura non viene bonificata», denuncia la segretaria della Cgil. E ancora: «I mezzi a disposizione sono senza manutenzione adeguata con i finestrini che vengono tenuti chiusi usando cacciaviti come zeppe e specchietti retrovisori legati con lo spago».
La conclusione è ancora più dura: «Dispiace che gli amministratori non abbiano il tempo per confrontarsi con i rappresentanti dei lavoratori di un’azienda che è del Comune, ma lo trovino invece per partecipare ad iniziative certo importanti per la città, come l’inaugurazione di piazze, i compleanni dei centenari o le visite nelle scuole. Probabilmente – dice Roberta Manca – non si rendono conto o fanno finta di non accorgersi che in quelle classi ci possono essere i figli di quell’operaio che in queste condizioni non può lavorare con serenità anche perché non riceve la giusta retribuzione».