L’ultima chance del sindaco: «Accontentare i dissidenti» e traballa la poltrona di un altro assessore
La crisi in Comune è tutt’altro che risolta. Il primo cittadino in un vicolo cieco
Oristano Aveva l’aria di essersi appena salvato da un naufragio, ma ora deve raggiungere la scialuppa di salvataggio e salirci con quanti più marinai possibile prima che la nave vada a fondo e trascini nel gorgo chi sta cercando un pezzo di legno che gli faccia da zattera. Insomma, dovrà sacrificare qualcuno o altrimenti dovrà sacrificare se stesso e chiudere in anticipo la consiliatura. Due strade Se non arriveranno sorprese particolari da Forza Italia – scommetteremmo che non arriveranno sia che i quattro ribelli vangano scaricati dal partito sia che vengano mantenuti al suo interno –, Massimiliano Sanna non ha che due strade davanti a sé. La prima porta direttamente verso il buen retiro nella sua casa, la seconda conduce a un rimpasto in cui qualche testa e un gruppo di maggioranza dovranno saltare o cedere delle pedine. Chi si illude, sindaco in primis, che la crisi in Comune sia finita con il voto favorevole sulla variazione di bilancio, potrebbe commettere un grosso errore. I quattro dissidenti di Forza Italia, certi di aver dato la dimostrazione sul campo di avere a cuore gli interessi della città evitando che si perdessero per strada oltre 800mila euro, ora non molleranno di un centimetro avendo anche dimostrato di essere loro e non altri l’ago della bilancia.
Due pezzi, non uno Paolo Angioi, Valeria Carta, Gianfranco Licheri e Davide Tatti non vogliono un assessorato. Avrebbero già quello che fu del loro compagno di partito Luca Faedda. Ne vogliono due e la cosa, al momento, non è trattabile. C’è una sola persona che può dunque sbloccare la crisi. È proprio il sindaco Massimiliano Sanna, il quale continua a bearsi del sostegno datogli dai partiti, pur capendo che questo non basta perché poi in aula servono i numeri e i numeri, anche col soccorso esterno costante di Sergio Locci, non li ha. Dando per scontato che non sceglierà mai la strada della fine anticipata della consiliatura e di mandare a casa sé stesso, gesto che per altro costerebbe un anno e passa di commissariamento e che avrebbe anche ricadute pesante su ben individuabili indennità politiche ovvero stipendioni di sindaco e assessori, non gli resta che l’extrema ratio di far fuori qualcuno.
Via d’uscita Il vertice dei prossimi giorni, lunedì o martedì, così come non lo è stato quello di giovedì scorso, non potrà essere risolutivo sempre per il fatto che poi i conti si fanno in aula. E allora Massimiliano Sanna dovrà giocoforza imboccare la strada che porta al “licenziamento” di un altro assessore, facendo seguito alla cacciata di Luca Faedda, per il quale il primo cittadino ha fatto le barricate finché ha potuto, ma al quale poi ha dovuto togliere la delega per non mandare tutto gambe all’aria. L’armonia manifestata nello stringato comunicato del dopo vertice è tale solo di facciata. I mugugni invece ci sono eccome e si muovono come correnti sotto la superficie, perché nessuno vuol fare la fine dell’orchestra del Titanic che continua a suonare ben sapendo che la nave sta colando a picco nell’abisso e che andrebbe trascinando i musicisti. Insomma, bisognerà probabilmente alleggerire il perimetro della maggioranza, rinunciando a qualche gruppo con meno consiglieri rispetto a quelli che ha l’attuale Forza Italia. È un’offerta simile a quelle che al supermercato si considerano imperdibili: «Perdi due, prendi quattro».
Il più a rischio È per quello che le vocine iniziano farsi sentire e, se prima del Consiglio di due giorni fa erano appena udibili, ora iniziano a essere più di un sussurro. La poltrona più a rischio è quella dell’assessore all’Urbanistica Ivano Cuccu e lo è per svariati motivi sia politici che di tenuta della maggioranza. Il gruppo che lo sostiene è composto da due soli consiglieri, Giuliano Uras e Roberto Pisanu, per cui il saldo con il ritorno all’ovile dei quattro di Forza Italia sarebbe positivo con un netto più due. A quel punto il sindaco si ritroverebbe con tredici voti certi e un quattordicesimo possibile se Sergio Locci dovesse continuare a sostenerlo da esterno anche nella nuova situazione. Ztl e Ufficio tecnico Ci sono poi i motivi politici e sono legati a due aspetti ritenuti in questo momento fondamentali per far camminare la città o, usando le parole tanto care al sindaco «Per il bene della città. Sono l’istituzione della zona a traffico limitato che Ivano Cuccu sta portando avanti e che non è stata digerita da molti pezzi della maggioranza. Qualcuno ha fatto buon viso a cattivo gioco per evitare scossoni in un momento già delicato di suo, ma gli oppositori al progetto così com’è stato pensato sono molti anche all’interno del centro destra. E poi ci sono questioni legate all’urbanistica stretta e all’andamento dell’Ufficio Tecnico comunale. Il cambio di dirigente – il nome dell’ingegnera Sara Angius chiamata a sostituire Giuseppe Pinna ha avuto, a detta degli altri partiti, proprio Ivano Cuccu quale sostenitore più convinto – non sembra aver soddisfatto tutte le forze della coalizione e, dietro pressioni ormai costanti di compagini produttive, professionali e imprenditoriali cittadine sempre più numerose, gli altri partiti non sembrano aver la minima intenzione di fare da paravento o addirittura di prendersi colpe per conto terzi. Ecco perché si può considerare Ivano Cuccu sulla graticola anche a costo di perdere il gruppo civico di Oristano al centro di cui è espressione.
Seconda ipotesi Un’alternativa è poi quella che vorrebbe togliere un pezzo all’Udc che andrebbe a perdere l’assessore allo Sport Antonio Franceschi, ma è assai più remota e non passerebbe di fronte all’altolà che, oltre al suo partito, imporrebbe Fratelli d’Italia. E allora non restano che due strade: quella di casa o quella che, probabilmente a malincuore visto il costante rapporto che si è instaurato tra i due, il sindaco dovrà prendere scaricando Ivano Cuccu. Del resto, quando ormai aveva l’acqua alla gola, anzi alle narici, ha dovuto dare il benservito all’altro che sembrava intoccabile ovvero Luca Faedda. Mors tua vita mea, recita il detto latino.