Archeologi al lavoro: caccia alle meraviglie nascoste di Tharros
Autorizzata una nuova campagna di scavo nelle rovine dell’antica città: dove lavoreranno e cosa cercano gli studiosi
Cabras L’Università di Bologna potrà continuare le proprie ricerche nell’area archeologica di Tharros anche nel 2025. Il consiglio comunale ha autorizzato all’unanimità, esprimendo il proprio parere favorevole, due nuovi interventi di scavo. Le aree interessate dalle nuove campagne, oltre ad alcune zone interne dell’antica città, saranno la zona dell’istmo Sa Codriola e una zona vicino a Capo San Marco. «Poiché queste aree ricadono su terreni soggetti a uso civico – ha spiegato l’assessora Alessandra Pinna –, era necessario l’intervento autorizzativo del consiglio comunale. Con il via libera, l’amministrazione conferma la volontà di sostenere la ricerca scientifica e valorizzare il patrimonio archeologico e culturale del proprio territorio». Gli scavi, che avranno come responsabile per conto dell’università di Bologna la professoressa Anna Chiara Fariselli, saranno suddivisi in due fasi: la prima si svolgerà in primavera sino giugno, nella zona del cosiddetto cardo maximus, la seconda avrà luogo a ottobre, nell’area dell’istmo Sa Codriola e di Capo San Marco.
«Come ha sottolineato la coordinatrice del progetto di scavo si tratta di zone particolarmente significative dal punto di vista archeologico, interessate da importanti ritrovamenti avvenuti nel corso delle precedenti campagne – ha sottolineato Alessandra Pinna –. In particolare, nella zona dell’istmo è stata rinvenuta un’antica fornace di rilevante valore storico. L’area del cardo maximus, invece, ha restituito le tracce di un grande edificio pubblico di età tardo-antica, costruito sui resti di un precedente tempio punico di dimensioni ancora più estese». Tra i reperti ritrovati negli scavi degli scorsi anni figurano oggetti di pregio come spilloni ricavati da ossa femminili, monete, gioielli in bronzo, bicchieri e vasi in vetro soffiato.
Intanto nel museo archeologico della Catalogna, a Barcellona, è stata inaugurata mercoledì scorso la mostra con protagonista Manneddu, il Gigante viaggiatore. La giornata inaugurale si è aperta con i saluti del direttore del MAC Jusèp Boya, seguito dagli interventi del console generale d’Italia a Barcellona, Luca Fava, della direttrice regionale dei Musei della Sardegna, Valentina Uras, e del presidente della Fondazione Mont’e Prama, Anthony Muroni. La mostra, curata nell’organizzazione dalla società Villaggio Globale International, raccoglie complessivamente duecento reperti, fra cui anche due appartenenti al Museo di Nuoro, la sacerdotessa e la navicella nuragica, che lasciano la Sardegna per la prima volta. L’esposizione di Barcellona resterà aperta fino al 2 novembre, offrendo l’opportunità di conoscere da vicino un simbolo della cultura nuragica e un tesoro dell’archeologia mediterranea e sarda.