La Nuova Sardegna

Dieci anni dell'ateneo di Sassari sotto la lente dei magistrati

Daniela Scano
L’Orto botanico dell’Università
L’Orto botanico dell’Università

C’è una opposizione della difesa alla richiesta di proroga delle indagini presentata dai magistrati che stanno verificando dieci anni di storia dell'Università. Intanto, dal riserbo che circonda le indagini trapelano alcuni degli episodi finiti sotto i riflettori della magistratura: dirigenti assunti a tempo, edilizia, ufficio legale

11 febbraio 2011
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SASSARI. Qualcuno dei sette indagati ritiene che la Procura abbia avuto abbastanza tempo per studiare le carte e che, di conseguenza, il gip non dovrebbe capovolgere la clessidra. C'è una formale opposizione della difesa alla richiesta di proroga delle indagini presentata al gip Maria Teresa Lupinu dai magistrati che stanno verificando la massa di notitiae criminis fornita dal dossier dell'ispettore del ministero delle Finanze Donato Centrone. Nei prossimi giorni il giudice delle indagini preliminari deciderà se il procuratore capo Roberto Saieva e il suo sostituto Giovanni Porcheddu possono continuare a lavorare ancora per sei mesi all'inchiesta che sta riscrivendo gli ultimi dieci anni di vita dell'ateneo cittadino.

In attesa della decisione del gip, negli ambienti investigativi si fa il punto della situazione. Per i sette indagati, invece, questi sono giorni di attesa. Le indagini hanno coinvolto l'ex rettore Alessandro Maida, l'ex direttore amministrativo Giovannino Sircana, il funzionario Paolo Pellizzaro. Seguono i tecnici: l'ingegnere Giuseppe Gaeta, responsabile fino al 2009 del programma edilizio dell'Università; l'ingegnere Simone Loddo, dell'ufficio Tecnico; l'ingegnere Barbara Manos e l'architetto Grissanto Mulas.

Dalla cortina di riserbo che circonda il lavoro del nucleo di Polizia Tributaria, cui i magistrati hanno delegato le indagini, trapela che l'attenzione si è concentrata su episodi verificatisi dal 2000 in poi. A fare da spartiacque sarebbe stata la prescrizione che, anche se ci fossero stati reati (ipotesi tutta da verificare), per quelli commessi prima di questo anno sarebbe già scattata.

Gli inquirenti stanno lavorando su sei presunti abusi d'ufficio, due falsità commesse dal pubblico ufficiale in atti pubblici, una truffa. Questa ultima coinvolge gli ingegneri Gaeta e Barbara Manos, tecnico di fiducia dell'Università per molteplici progetti. Le Fiamme Gialle hanno tra le mani una parcella e la stanno valutando per verificare se c'è stato un ingiustificato aumento.

Letta attraverso le indagini, da qual poco che di queste è dato sapere, la storia meno recente dell'Università può essere divisa in tre grandi tronconi: gli incarichi ai tecnici esterni e ai dirigenti assunti a tempo determinato, l'autorizzazione ad alcuni docenti di esercitare la libera professione, l'Orto Botanico e alcune perizie di variante confluite nella transazione con la ditta Astaldi.

I personaggi centrali della inchiesta sono Alessandro Maida e Giuseppe Gaeta. A interessare gli inquirenti sono stati numerosi provvedimenti emessi dall'ex rettore e dall'ex responsabile del programma edilizio dell'Università. Secondo gli inquirenti, alcuni di questi atti avrebbero violato lo Statuto dell'ateneo e avrebbero scavalcato le competenze del Consiglio di Amministrazione. In altre parole, il rettore e il tecnico si sarebbero assunti responsabilità che non erano di loro competenza. Le indagini inoltre chiariranno se gli incarichi di progettazione o di direzione dei lavori abbiano rispettato il criterio della urgenza. Un requisito, questo, che secondo Centrone non sussisteva quando vennero conferiti gli incarichi.

Ma l'inchiesta riguarda anche un presunto abuso d'ufficio commesso conferendo incarichi dirigenziali a termine a Erasmo Meloni, all'ex assessore regionale Elisabetta Pilia, a Marcello Nuvoli e a Giuseppe Bisceglie. Nessuno di questi funzionari è indagato, così come non è indagato il preside di Architettura Vanni Maccioco il cui nome ricorre nelle indagini. Maccioco venne autorizzato dal rettore Maida e dal direttore amministrativo Sircana ad accettare incarichi esterni. Quelli dei dirigenti a tempo determinato e dell'attività esterna dei docenti sono altrettanti capitoli della relazione di Donato Centrone. L'ispettore aveva evidenziato alcune presunte violazioni dello Statuto dell'Università sulle quali la magistratura sta facendo chiarezza.

La Procura ha riaperto anche il capitolo dell'ufficio legale dell'Università, al quale Centrone dedica le ultime otto pagine della sua relazione, mettendo in rilievo presunte anomalie e illeggitimità. L'inchiesta del procuratore Roberto Saieva e del sostituto procuratore Giovanni Porcheddu verificherà i retroscena della costituzione dell'ufficio e dell'approvazione di un regolamento (poi revocato) con il quale si attribuivano compensi aggiuntivi alla dirigente. Parcelle salatissime (e non pagate) di un contenzioso che secondo Centrone non ci sarebbe stato se l'ateneo avesse rispettato le procedure previste dal contratto di lavoro del comparto Università.

Nel 2009 Rosanna Ruiu, la dirigente dell'ufficio legale, era finita in causa con l'ateneo per quello che considerava un demansionamento. Non è stato però questo aspetto della vicenda ad attirare l'attenzione degli inquirenti, che si sarebbe invece concentrata su un atto firmato da Alessandro Maida e da Giovannino Sircana il 9 maggio del 2000. È questo l'episodio più datato tra i nove elencati nella richiesta di proroga delle indagini presentata dalla Procura. Si tratta di un presunto falso ideologico, per il quale i termini di prescrizione sono più lunghi.
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