Tortolì. Il rappresentante del Consorzio si schiera con la proposta del sindaco Mimmo Lerede
La Cias: «Cantieri Saipem nell'ex Cartiera»
Lamberto Cugudda
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Lo stabilimento Saipem, ex Intermare La zona oggi occupata verrebbe destinata a iniziative commerciali
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TORTOLÌ. Spostamento di tutto il grande cantiere Saipem (ex Intermare sarda), di circa 20 ettari, in aree ex Cartiera: il rappresentante dei rapporti istituzionali del Consorzio Cias, l'imprenditore Giuseppe Marini (Psd'Az, membro del cda di AliArbatax) si schiera con l'amministrazione comunale guidata al sindaco Mimmo Lerede (Pdl) «favorevole a tale trasferimento». Giuseppe Marini (Psd'Az), primo dei non eletti nella listra di centrodestra che vinse le elezioni amministrative il 31 maggio 2010, pare entusiasta. E non lo nasconde: «Il Consorzio Cias plaude alla decisione, presa di recente dall'amministrazione comunale di Tortolì-Arbatax, in relazione allo spostamento dell'impianto industriale della Saipem (ex Ses ed ex Intermare Sarda) all'interno delle aree ex Cartiera. Il nostro Consorzio, già nel gennaio 2011 presentò al Comune costiero, alla Provincia Ogliastra e anche alla Regione, una proposta di spostamento dell'impianto industriale dell'allora Saipem Energy Services (che dal primo giorno dell'anno in corso è stata incorporata, per fusione, dalla stessa Società anonima italiana perforazioni e montaggi ndr), ubicato proprio a bocca di porto ad Arbatax, su 15 ettari, nella zona sud dell'area ex Cartiera». All'epoca, ricorda l'imprenditore tortoliese del Psd'Az, l'iniziativa prevedeva la liberazione dell'attuale area fronte porto per essere trasformata a vocazione turistico-commerciale. «La proposta - dice Marini - consisteva nello spostamento dell'impianto a carico di società private (circa 35 milioni di costi), la realizzazione di una nuova darsena (da cedere al Comune) con in cambio la possibilità di poter realizzare un nuovo "Borgo Turistico" (strutture turistico-ricettive-commerciali). Questa è sicuramente l'unica soluzione, per ridare respiro all'abitato della frazione di Arbatax. Ma anche per la Saipem, che avrebbe una collocazione più adeguata con meno vincoli di operatività, la creazione di posti di lavoro nelle nuove strutture e per i residenti (compresi i pescatori) ci sarebbero nuovi posti barca a basso costo». Ecco le conlusioni: «Vista la poca disponibilità di fondi pubblici per la realizzazione del progetto, l'accordo di programma con società private resta sicuramente l'unica soluzione praticabile. Il Cias considera indispensabile, per poter mettere in atto nuovi progetti di trasformazione delle aree industriali e portuali, la rivisitazione del Piano portuale, del Piano regolatore generale industriale e del Puc. Questi tre strumenti tecnici, sono essenziali per poter pianificare il futuro di questo territorio, che da sempre ha visto convivere realtà come il turismo, il commercio e l'industria».