Allarme di Europol «I combattenti tornano nell’Ue»
Europol rinnova il suo allarme su centinaia di foreign fighters, potenziali terroristi rientrati in Europa dai campi di combattimento dell’Is in Siria e Iraq. Dei circa 5mila jihadisti partiti negli...
Europol rinnova il suo allarme su centinaia di foreign fighters, potenziali terroristi rientrati in Europa dai campi di combattimento dell’Is in Siria e Iraq. Dei circa 5mila jihadisti partiti negli ultimi anni dai Paesi dell’Unione per raggiungere lo Stato islamico, tra 1.500 e 1.800 sono tornati a casa, «molti di loro non hanno voglia né capacità di compiere attentati», spiegano i funzionari dell’agenzia Ue, ma molti altri sono vere e proprie bombe a orologeria. Secondo le stime citate in un rapporto di Europol, alla fine del 2015, erano oltre cinquemila gli europei partiti per Siria e Iraq, circa tre quarti del totale da Belgio, Francia, Germania e Gran Bretagna. Un fenomeno che ha colpito persino la Svizzera, che negli ultimi anni ha registrato 77 partenze per la “guerra santa”, mentre l’Italia una novantina. Un terzo di questi 5mila combattenti è tornato (tendenza in aumento), e l’esperienza acquisita negli addestramenti e combattimenti sul terreno ha reso i fighters armi letali, capaci di condurre attacchi, sia in modo coordinato, che indipendente.