Fondazione Mont’e Prama: il 1° luglio la firma a Cabras
Intesa tra Ministero, Regione e Comune sull’organismo che gestirà i Giganti Al museo Marongiu l’intera collezione: solo alcuni pezzi rimarranno a Cagliari
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SASSARI. Alle lunghe attese sono abituati: dopo secoli e secoli trascorsi sotto terra e decine nei magazzini della Soprintendenza, per i Giganti di Mont’e Prama i tempi della politica rappresentano una parentesi tutto sommato breve di un’esistenza millenaria. Ieri le schermaglie, le tattiche, i duelli a colpi di lettere e silenzi sono finite in un cassetto: a Roma è stata annunciata per giovedì primo luglio la firma dell’accordo tra Ministero, Regione e Comune che sancirà la nascita della Fondazione dei Giganti di Mont’e Prama. Una cerimonia che si svolgerà a Cabras e a cui parteciperanno il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, il presidente della Regione, Christian Solinas, e il sindaco di Cabras, Andrea Abis.
Il consiglio comunale del centro lagunare è stato convocato per domani alle 18 per discutere e approvare lo schema dell'atto costitutivo e quello dello statuto della Fondazione.
Al di là dell’aspetto simbolico, la firma dell’accordo non sarà (o non dovrebbe essere: meglio mantenere un margine di prudenza) un vuoto passaggio formale. La nascita della Fondazione può rappresentare un momento di svolta nella gestione del patrimonio archeologico sinora emerso dalla collinetta del Sinis. E, in prospettiva futura, può costituire la base sulla quale posare le fondamenta di un grande polo archeologico a Cabras, dove ospitare anche tutto ciò che verrà fuori dall’ampliamento degli scavi a Mont’e Prama. E gli indizi fanno pensare che saranno reperti preziosi per numero e importanza. Ma anche limitandosi al presente, al “pezzi” disponibili, la nascita della Fondazione, che avrà sede, cuore e cervello a Cabras e che avrà anche una certa autonomia gestionale rispetto alla Soprintendenza, è un momento di svolta.
La “collezione Mont’e Prama”, oggi divisa tra il museo Giovanni Marongiu di Cabras e il museo archeologico nazionale di Cagliari, consta di 24 statue, 12 modelli di nuraghe e un betilo. Più uno scudo di guerriero, isolato dalla sua figura di riferimento.
Quelle 24 statue potrebbero essere solo una parte di un “tesoro” per buona parte ancora da scoprire. Con una differenza non da poco rispetto al passato: la Fondazione che nascerà a Cabras il primo luglio avrà un consiglio di amministrazione con un presidente locale, un direttore con compiti tecnici (scelto attraverso un bando internazionale) , disponibilità finanziaria e autonomia rispetto alla Soprintendenza. Se questo sarà un bene o un male lo si vedrà sul medio e lungo termine.
Di certo verrà messo nelle mani di un’entità con una forte connotazione, pur con la presenza consistente del ministero dei beni culturali, il destino di una delle risorse culturali più importanti non solo di quella parte dell’isola, ma di tutta la Sardegna. La collezione Mont’e Prama sarà custodita in gran parte in un museo di Cabras ampliato e ammodernato mentre a Cagliari resterà una parte minore con un paio di statue.
La Fondazione dovrà dimostrare che non è stata una mossa azzardata decentrare risorse, competenze e beni.
©RIPRODUZIONE RISERVATA.
Il consiglio comunale del centro lagunare è stato convocato per domani alle 18 per discutere e approvare lo schema dell'atto costitutivo e quello dello statuto della Fondazione.
Al di là dell’aspetto simbolico, la firma dell’accordo non sarà (o non dovrebbe essere: meglio mantenere un margine di prudenza) un vuoto passaggio formale. La nascita della Fondazione può rappresentare un momento di svolta nella gestione del patrimonio archeologico sinora emerso dalla collinetta del Sinis. E, in prospettiva futura, può costituire la base sulla quale posare le fondamenta di un grande polo archeologico a Cabras, dove ospitare anche tutto ciò che verrà fuori dall’ampliamento degli scavi a Mont’e Prama. E gli indizi fanno pensare che saranno reperti preziosi per numero e importanza. Ma anche limitandosi al presente, al “pezzi” disponibili, la nascita della Fondazione, che avrà sede, cuore e cervello a Cabras e che avrà anche una certa autonomia gestionale rispetto alla Soprintendenza, è un momento di svolta.
La “collezione Mont’e Prama”, oggi divisa tra il museo Giovanni Marongiu di Cabras e il museo archeologico nazionale di Cagliari, consta di 24 statue, 12 modelli di nuraghe e un betilo. Più uno scudo di guerriero, isolato dalla sua figura di riferimento.
Quelle 24 statue potrebbero essere solo una parte di un “tesoro” per buona parte ancora da scoprire. Con una differenza non da poco rispetto al passato: la Fondazione che nascerà a Cabras il primo luglio avrà un consiglio di amministrazione con un presidente locale, un direttore con compiti tecnici (scelto attraverso un bando internazionale) , disponibilità finanziaria e autonomia rispetto alla Soprintendenza. Se questo sarà un bene o un male lo si vedrà sul medio e lungo termine.
Di certo verrà messo nelle mani di un’entità con una forte connotazione, pur con la presenza consistente del ministero dei beni culturali, il destino di una delle risorse culturali più importanti non solo di quella parte dell’isola, ma di tutta la Sardegna. La collezione Mont’e Prama sarà custodita in gran parte in un museo di Cabras ampliato e ammodernato mentre a Cagliari resterà una parte minore con un paio di statue.
La Fondazione dovrà dimostrare che non è stata una mossa azzardata decentrare risorse, competenze e beni.
©RIPRODUZIONE RISERVATA.