Tutti pazzi per il Superbonus, ma le pratiche restano al palo
di Salvatore Santoni
Nell’isola le richieste per ristrutturare casa sono altissime ma i progetti approvati sono soltanto 451. L’incentivo statale mette d’accordo imprese e professionisti: serve una proroga e regole più semplici
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SASSARI. Doveva essere una svolta epocale, e per certi versi è così, ma in realtà è rimasta imprigionata in una selva di procedure che nell’ultimo anno ha ingessato la possibilità di sfruttare a pieno le opportunità offerte dallo Stato.
Gli esperti lo chiamano Superbonus 110%, per i comuni mortali si traduce nella possibilità di ristrutturarsi casa gratis, o quasi. È un complesso di norme che mette a sistema imprese, professionisti e sistema bancario ma che non sta funzionando esattamente come dovrebbe.
Tra gli addetti ai lavori sono tutti d’accordo: bisognerebbe superare il meccanismo delle proroghe per rendere l’incentivo strutturale. E anche tutti consapevoli che una messa a punto è necessaria. Sì, perché di recente una modifica alla normativa c’è pure stata, ma nella sostanza non ha aggiustato le cose. Anzi, ha creato ancora più incertezza.
Numeri magri. Secondo le analisi di Confartigianato, elaborate sui dati Enea e del ministero dello Sviluppo economico, nell’isola il Superbonus vale 56milioni di euro di detrazioni, frutto delle 451 le pratiche approvate, quindi risultate in regola con i documenti e le asseverazioni. Nei primi 9 mesi di vita del bonus, il 9,5% degli interventi è relativo ai condomini, il 37,5% alle unità immobiliari indipendenti e ben il 52,8% agli edifici unifamiliari (come le ville), per un valore medio a intervento di 124.563 euro, contro gli oltre 126mila della media nazionale.
Nodo condomini. Secondo le imprese artigiane, abusi edilizi, verifica di conformità e fondo speciale sono le 3 più grandi problematiche che rallentano l’accesso al superbonus per i condomini. «I dati sono in crescita – commenta Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna – ma non possiamo dirci totalmente soddisfatti perché se analizziamo i numeri nel dettaglio scopriamo che poco più del 9% delle domande arriva dai condomini, ovvero i beneficiari per cui il bonus 110% era stato pensato. Tra l’altro in un condominio occorrono ben 36 atti, tra la prima riunione fino al documento di Via con il quale si apre il cantiere: tutto questo ci pare un accanimento burocratico».
Gli ingegneri. «All’inizio si è partiti con molta difficoltà – dice il presidente dell’ordine degli ingegneri della Provincia di Sassari, Lorenzo Corda – l’informazione per la quale era tutto gratuito ha indotto persone a fare valutazioni un po’ strane. Ma lo strumento è di per sé ottimo, è pensato con un taglio sociale, in modo da consentire anche a chi non ha grandi possibilità di potersi ristrutturare casa, facendole acquistare valore e risparmiando sui consumi futuri». Qualche problema però questo Superecobonus sembra averlo nella parte finanziaria. «L’approccio lento e lungo – aggiunge Corda – è stato quello delle banche. Il lato finanziario è quello che ha funzionato meno. In ogni caso vedo l’incentivo in termini molto positivi. È importante che il provvedimento venga prorogato fino a tutto il 2023».
Le imprese. «Le difficoltà sono state quelle di andare a interpretare con i continui cambiamenti di questa legge – spiega il patron della ditta sassarese Sun service, Antonello Palmas –. C’è una complessità di fondo in questa legge che è dettata dallo sviluppo urbanistico. Uno dei vincoli che imponeva il Superbonus è la conformità urbanistica. E quindi in questo ultimo anno abbiamo trovato molto difficoltà. Le persone interessate, infatti, si sono avvicinate agli incentivi e hanno scoperto che dovevano prima regolarizzare l’immobile. Il resto l’ha fatto la pandemia e la burocrazia. Per questi i numeri degli interventi sono così bassi». L’azienda sassarese conta una trentina di dipendenti e punta a crescere. Ma c’è un ostacolo grande quanto una casa che non si sarebbero mai aspettati di trovare lungo la loro strada. «Il SuperEcobonus ha attirato l’interesse di molti ma mancano le risorse umane per realizzare gli interventi – riprende Palmas –. Per questo motivo riusciremo a realizzare soltanto il 2,5 per cento dei cantieri. C’è una carenza di varie professionalità: muratori, idraulici, gli elettricisti. Per non parlare dei ponteggi: sono diventata merce rara».
«Serve una proroga». Non tutto è da buttare, anzi. Imprese, professionisti e artigiani sono tutti d’accordo su un punto essenziale: sì alle modifiche in corsa, ma guai a staccare la spina al SuperEcobonus. «In questa fase così delicata della nostra economia – sottolinea il presidente Meloni – è essenziale fornire certezze agli imprenditori e ai cittadini sul suo prolungamento almeno sino a fine 2023, consentendo a tutti di programmare gli interventi previsti dall’incentivo. In caso contrario avremmo sprecato l’ennesima occasione».
Gli esperti lo chiamano Superbonus 110%, per i comuni mortali si traduce nella possibilità di ristrutturarsi casa gratis, o quasi. È un complesso di norme che mette a sistema imprese, professionisti e sistema bancario ma che non sta funzionando esattamente come dovrebbe.
Tra gli addetti ai lavori sono tutti d’accordo: bisognerebbe superare il meccanismo delle proroghe per rendere l’incentivo strutturale. E anche tutti consapevoli che una messa a punto è necessaria. Sì, perché di recente una modifica alla normativa c’è pure stata, ma nella sostanza non ha aggiustato le cose. Anzi, ha creato ancora più incertezza.
Numeri magri. Secondo le analisi di Confartigianato, elaborate sui dati Enea e del ministero dello Sviluppo economico, nell’isola il Superbonus vale 56milioni di euro di detrazioni, frutto delle 451 le pratiche approvate, quindi risultate in regola con i documenti e le asseverazioni. Nei primi 9 mesi di vita del bonus, il 9,5% degli interventi è relativo ai condomini, il 37,5% alle unità immobiliari indipendenti e ben il 52,8% agli edifici unifamiliari (come le ville), per un valore medio a intervento di 124.563 euro, contro gli oltre 126mila della media nazionale.
Nodo condomini. Secondo le imprese artigiane, abusi edilizi, verifica di conformità e fondo speciale sono le 3 più grandi problematiche che rallentano l’accesso al superbonus per i condomini. «I dati sono in crescita – commenta Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna – ma non possiamo dirci totalmente soddisfatti perché se analizziamo i numeri nel dettaglio scopriamo che poco più del 9% delle domande arriva dai condomini, ovvero i beneficiari per cui il bonus 110% era stato pensato. Tra l’altro in un condominio occorrono ben 36 atti, tra la prima riunione fino al documento di Via con il quale si apre il cantiere: tutto questo ci pare un accanimento burocratico».
Gli ingegneri. «All’inizio si è partiti con molta difficoltà – dice il presidente dell’ordine degli ingegneri della Provincia di Sassari, Lorenzo Corda – l’informazione per la quale era tutto gratuito ha indotto persone a fare valutazioni un po’ strane. Ma lo strumento è di per sé ottimo, è pensato con un taglio sociale, in modo da consentire anche a chi non ha grandi possibilità di potersi ristrutturare casa, facendole acquistare valore e risparmiando sui consumi futuri». Qualche problema però questo Superecobonus sembra averlo nella parte finanziaria. «L’approccio lento e lungo – aggiunge Corda – è stato quello delle banche. Il lato finanziario è quello che ha funzionato meno. In ogni caso vedo l’incentivo in termini molto positivi. È importante che il provvedimento venga prorogato fino a tutto il 2023».
Le imprese. «Le difficoltà sono state quelle di andare a interpretare con i continui cambiamenti di questa legge – spiega il patron della ditta sassarese Sun service, Antonello Palmas –. C’è una complessità di fondo in questa legge che è dettata dallo sviluppo urbanistico. Uno dei vincoli che imponeva il Superbonus è la conformità urbanistica. E quindi in questo ultimo anno abbiamo trovato molto difficoltà. Le persone interessate, infatti, si sono avvicinate agli incentivi e hanno scoperto che dovevano prima regolarizzare l’immobile. Il resto l’ha fatto la pandemia e la burocrazia. Per questi i numeri degli interventi sono così bassi». L’azienda sassarese conta una trentina di dipendenti e punta a crescere. Ma c’è un ostacolo grande quanto una casa che non si sarebbero mai aspettati di trovare lungo la loro strada. «Il SuperEcobonus ha attirato l’interesse di molti ma mancano le risorse umane per realizzare gli interventi – riprende Palmas –. Per questo motivo riusciremo a realizzare soltanto il 2,5 per cento dei cantieri. C’è una carenza di varie professionalità: muratori, idraulici, gli elettricisti. Per non parlare dei ponteggi: sono diventata merce rara».
«Serve una proroga». Non tutto è da buttare, anzi. Imprese, professionisti e artigiani sono tutti d’accordo su un punto essenziale: sì alle modifiche in corsa, ma guai a staccare la spina al SuperEcobonus. «In questa fase così delicata della nostra economia – sottolinea il presidente Meloni – è essenziale fornire certezze agli imprenditori e ai cittadini sul suo prolungamento almeno sino a fine 2023, consentendo a tutti di programmare gli interventi previsti dall’incentivo. In caso contrario avremmo sprecato l’ennesima occasione».