Sabbia sarda portata all'Isola d'Elba, ma non è della Pelosa di Stintino
Per il ripascimento della spiaggia rossa è stata usata sabbia di cava proveniente da Buddusò. Sui social si era diffusa una fake news
STINTINO. Da rossa a bianca. Anzi, biancorossa. Tutta colpa di quella sabbia arrivata dalla Sardegna, per la precisione dalla spiaggia della Pelosa di Stintino che sarebbe stata utilizzata per il ripascimento della mitica “Rossa” sull’Isola d’Elba. La fake news dell’estate nasce in tre secondi: basta che uno dica che il carico è partito con i camion dalla Sardegna, per la precisione da Stintino, così diventa vera. Almeno per un po’. In realtà è una bufala. La sabbia arrivata in Toscana, infatti, è stata prelevata con regolare autorizzazione da una cava di Buddusò (quindi in Sardegna) dall’azienda incaricata dal Comune di Porto Azzurro con tanto di delibera (588 del 21 giugno scorso). C’è anche la determina dirigenziale che illustra tecnicamente la tipologia di intervento con quadro economico, analisi dei costi e planimetrie. Nella parte relativa all’analisi dei costi, firmata dal geometra Riccardo Ravaioli, c’è la parte che riguarda anche la Sardegna e che non sfiora minimamente Stintino: la sabbia per l’intervento arriva da una cava di Buddusò, importo per fornitura e trasporto 10.500 euro. Il tutto eseguito dalla Eurit Srl con sede legale a Porto Azzurro, l’azienda che si è aggiudicata la gara. A Stintino la storia della sabbia “trafugata” senza che nessuno se ne sia accorto non l’hanno presa bene. Proprio loro che a tutti quelli che escono dalla spiaggia bianca diventata una sorta di “santuario” dei bagnanti, fanno sciacquare i piedi per recuperare anche gli ultimi granelli di sabbia. E obbligano a usare la stuoia al posto degli asciugamani.
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