La Nuova Sardegna

«Tecnologia e vedette per battere il fuoco»

di Silvia Sanna
«Tecnologia e vedette per battere il fuoco»

Belloi, direttore della Protezione civile: giusto innovare il sistema antincendio «Ma è impossibile vincere quando ci sono vento e temperature bollenti»

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SASSARI. Telecamere, droni, tecnologia satellitare possono offrire un supporto validissimo per combattere gli incendi, sia dal punto di vista della prevenzione sia da quello della ricostruzione. Una telecamera che fa scattare l’allarme quando nel suo raggio d’azione compare un focolaio aiuta a intervenire subito e in determinate situazioni può evitare che il fuoco divampi e salga in chioma, propagandosi da un albero all’altro sino a diventare incontrollabile. «Non è questo il caso del rogo del Montiferru, in cui nonostante l’allarme sia scattato subito grazie all’avvistamento di un elicottero, il fronte del fuoco si è esteso a una velocità impressionante e bloccarlo è stato impossibile. In una situazione come quella la battaglia diventa impari», dice Antonio Belloi, responsabile della Protezione civile regionale. «Ma l’innovazione è importante e contro la piaga degli incendi può essere l’arma in più, sia nella fase della prevenzione sia in quella successiva della ricostruzione: pensiamo per esempio a quanto sia prezioso avere subito una mappatura dettagliata dei luoghi percorsi dal fuoco per disporre gli interventi successivi. All’interno della Protezione civile c’è una sezione che si occupa proprio di questo aspetto e siamo capofila del progetto transfrontaliero Medstar, per la mitigazione e gestione del rischio incendi nell’area del Mediterraneo», aggiunge Belloi. «Un limite è rappresentato dall’estensione e dalle caratteristiche geomorfologiche della nostra isola, che rendono complessa una copertura capillare. Per questo qualsiasi sistema di telerilevamento non può prescindere dalla presenza delle vedette, dall’occhio umano che osserva l’incendio ed è capace di intuirne direzione e portata. I due sistemi potrebbero lavorare molto bene uno accanto all’altro».

Telerilevamento. Per un periodo è andata così, quando la società Teletron euroricerche firmò con la Regione, a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, una convenzione per l’installazione di telecamere in diversi punti strategici con l’obiettivo di vigilare su aree di pregio a rischio incendio. Il rapporto tra la Regione e la società si è interrotto bruscamente nel 2005 con strascichi giudiziari ancora in corso. Un anno fa il direttore di Epg (ex Teletron) Giorgio Pelosio, ha illustrato ad Antonio Belloi i vantaggi di quel sistema. «L’ho ascoltato con attenzione, condividendo con lui l’importanza dei supporti tecnologici e la necessità di potenziarli. L’incontro si è chiuso in maniera cordiale, poi mi sono confrontato con le strutture competenti e ho appreso che c’erano contenziosi legali in corso con quella società. Questo ovviamente non modifica il pensiero di fondo: la tecnologia è utile e cercheremo le soluzioni migliori per il nostro territorio».

La battaglia contro il fuoco. Nella macchina antincendioc’è una componente che Belloi considera fondamentale: sono le vedette in capo a Forestas, 171 in tutto con l’impiego complessivo di 300 persone. «Sono distribuite nel territorio sulla base delle criticità e sono preziosissime. Lo sono state anche lo scorso fine settimane, quando il fuoco ha devastato il Montiferru. «Sapevamo che sabato era una giornata ad altissimo rischio, infatti la Protezione civile aveva emesso l’allerta rossa che fa scattare tutta una serie di procedure di emergenza. Si è verificato lo scenario peggiore grazie a diversi fattori: il vento di scirocco, l’umidità bassissima e le temperature altissime. Una situazione esplosiva, incontrollabile. Il fuoco partito da Bonarcado ha camminato per chilometri velocissimo, è arrivato in un amen sino alla costa, forse alimentato da altri inneschi. Eravamo lì, abbiamo fatto tutto il possibile. Ma nel Montiferru è successo quello che è accaduto a Bitti nel dicembre scorso, quando il paese è stata devastato dall’alluvione. Fuoco o acqua che distruggono tutto al loro passaggio, più forti di qualsiasi esercito in campo».

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