Lingua blu, test preventivo sugli animali esportati
Controlli sul bestiame prima che viaggi verso la Penisola. Coldiretti: «Perdite aggravate a dismisura»
14 settembre 2021
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CAGLIARI. Il bestiame sensibile alla blue tongue potrà lasciare la Sardegna solo dopo essere sottoposto al test sulla positività o meno alla febbre catarrale». È quanto stabilito dal ministero della salute «in applicazione del principio di massima precauzione» visto il rapido diffondersi della Lingua blu. I focolai sono 723 focolai e finora avrebbero colpito 234.993 capi, 20.431 dei quali presentano sintomi, mentre 1626 sono morti. La Sardegna, secondo quanto stabilito dal ministero, è «al momento è a rischio vista l'elevata circolazione virale» e dunque le movimentazioni verso la penisola saranno possibili, ad esclusione delle aziende in cui è presente la blue tongue, «previo esito negativo del test effettuato almeno 7 giorni dopo trattamento con insetto-repellente». L'esame era già obbligatorio nelle province di Cagliari, Sud Sardegna, Oristano e Nuoro, e ora lo sa anche per il bestiame delle aziende del Sassarese. «Da oggi in poi – è la denuncia del presidente della Coldiretti Battista Cualbu – si aggravano a dismisura le perdite causate dalla blue tongue. La prescrizione del ministero inciderà anche sui bovini allevati nel Nord Sardegna, che invece sino ad ora si erano salvati dall’obbligo. Senza entrare nel merito delle decisioni che rispettiamo, avremmo auspicato una più veloce comunicazione agli allevatori». La Coldiretti – come confermato anche dal direttore Ermanno Mazzetti – si attiverà al più presto «per una richiesta di deroga al test a favore degli allevamenti ricadenti nelle zone in cui non è presente la circolazione virale» e solleciterà alla Regione «un contributo per abbattere i costi delle analisi: 25 euro a capo per ogni singolo esame».