La Sardegna si “restringe” ancora
Il report Ispra: sottoposti a erosione 116 chilometri di coste, ma resta la regione più stabile d’Italia
08 marzo 2022
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SASSARI. Quasi il 94% dei comuni italiani è a rischio dissesto e soggetto ad erosione costiera e oltre 8 milioni di persone abitano nelle aree ad alta pericolosità. A dirlo è il rapporto 2021 dell'Ispra «Dissesto idrogeologico in Italia», che in compenso parla di segnali positivi dalle coste italiane: dopo 20 anni, a fronte di numerosi interventi di protezione, i litorali in avanzamento sono superiori a quelli in arretramento.
I litorali. In un’Italia che sembra aver invertito la tendenza al l’erosione delle coste, la Sardegna è però tra le regioni che continuano a perdere litorali: 116 km quelli erosi (il 16% del totale), mentre quelli in avanzamento sono 58 km (7%). Risulta infatti avanzamento quasi il 20% dei litorali nazionali, mentre il 17,9% è in arretramento. A livello regionale però il quadro è più eterogeneo: la costa in erosione è ancora superiore a quella in avanzamento in Sardegna, Basilicata, Puglia, Lazio e Campania; le regioni con i valori più elevati di costa in erosione sono Calabria (161 km), Sicilia (139 km), Sardegna (116 km) e Puglia (95 km). Per quanto riguarda l’isola, che ha 2.147 km di coste, di cui 2.069 naturali (96,4%), quelle basse rappresentano sono 830 km (40,1%): di queste, quelle stabili sono 627 km (75,6% è il dato più alto tra le regioni costiere, questo anche in virtù del fatto che è tra quelle caratterizzate da lunghi tratti di costa bassa rocciosa o ciottolosa, per loro natura più stabili e con tempi evolutivi più lunghi rispetto all’intervallo di osservazione dei cambiamenti scelto, 5-10 anni); quelle non definite 28 km (3,3%), quelle modificate 175 km (21,1%, dato più basso).
Rischio frane. Il rapporto Ispra si è occupato anche delle aree a rischio frana che a livello nazionale vede un aumento del 4% dal 2017 a oggi delle zone interessate e la Sardegna non sembra messa troppo bene: i kmq interessati sono 6.474, cioè il 26,9%, quando la media nazionale è il 20%, dato che la pone all’ottavo posto tra le regioni con il territorio maggiormente in dissesto. Se si considerano i dati riguardanti le categorie di rischio elevato e molto elevato, in termini assoluti la Sardegna è sesta con 1649 kmq, ma decima in termini per entuali (6,8% del territorio).Nel 2021, in Italia oltre 540 mila famiglie e 1.300.000 abitanti vivono in zone a rischio frane. Sono a in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata 565 mila edifici (il 3,9%).
Rischio inondazioni. Infine i dati sulle superfici allagabili: a livello nazionale so no aumentate del 19%. A essere interessato è il 14,4% delle superficie isolana, considerato che 827 kmq sono considerati ad alta pericolosità, 974 kmq a media pericolosità, 1676 a bassa pericolosità. A livello nazionale ci sono circa 3 milioni di famiglie e quasi 7 milioni di abitanti residenti in aree a rischio alluvione. Le regioni con i valori più elevati di popolazione nelle aree a rischio frane e alluvioni sono Emilia-Romagna (quasi 3 milioni di abitanti a rischio), Toscana (oltre 1 milione), Campania (oltre 580 mila), Veneto (quasi 575 mila), Lombardia (oltre 475 mila), e Liguria (oltre 366 mila). Le cause vanno dalla morfologia del territorio, ai cambiamenti climatici al consumo di suolo. Poco più di 1,5 milioni di abitazioni (10,7%) ricadono in aree inondabili nello scenario medio.
Il Pnrr. «I dati e le mappe del rapporto vogliono rappresentare sempre di più un elemento fondamentale a supporto delle decisioni politiche di contrasto al dissesto idrogeologico, comprese quelle previste dal piano nazionale di ripresa e resilienza», afferma il presidente dell'Ispra, Stefano Laporta. «Nel Pnrr – continua Laporta – sono previsti interventi specifici nella prevenzione del dissesto idrogeologico che testimoniano quanto sia importante questa tematica per poter poi realizzare gli altri interventi previsti nel piano». (a.pal)
I litorali. In un’Italia che sembra aver invertito la tendenza al l’erosione delle coste, la Sardegna è però tra le regioni che continuano a perdere litorali: 116 km quelli erosi (il 16% del totale), mentre quelli in avanzamento sono 58 km (7%). Risulta infatti avanzamento quasi il 20% dei litorali nazionali, mentre il 17,9% è in arretramento. A livello regionale però il quadro è più eterogeneo: la costa in erosione è ancora superiore a quella in avanzamento in Sardegna, Basilicata, Puglia, Lazio e Campania; le regioni con i valori più elevati di costa in erosione sono Calabria (161 km), Sicilia (139 km), Sardegna (116 km) e Puglia (95 km). Per quanto riguarda l’isola, che ha 2.147 km di coste, di cui 2.069 naturali (96,4%), quelle basse rappresentano sono 830 km (40,1%): di queste, quelle stabili sono 627 km (75,6% è il dato più alto tra le regioni costiere, questo anche in virtù del fatto che è tra quelle caratterizzate da lunghi tratti di costa bassa rocciosa o ciottolosa, per loro natura più stabili e con tempi evolutivi più lunghi rispetto all’intervallo di osservazione dei cambiamenti scelto, 5-10 anni); quelle non definite 28 km (3,3%), quelle modificate 175 km (21,1%, dato più basso).
Rischio frane. Il rapporto Ispra si è occupato anche delle aree a rischio frana che a livello nazionale vede un aumento del 4% dal 2017 a oggi delle zone interessate e la Sardegna non sembra messa troppo bene: i kmq interessati sono 6.474, cioè il 26,9%, quando la media nazionale è il 20%, dato che la pone all’ottavo posto tra le regioni con il territorio maggiormente in dissesto. Se si considerano i dati riguardanti le categorie di rischio elevato e molto elevato, in termini assoluti la Sardegna è sesta con 1649 kmq, ma decima in termini per entuali (6,8% del territorio).Nel 2021, in Italia oltre 540 mila famiglie e 1.300.000 abitanti vivono in zone a rischio frane. Sono a in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata 565 mila edifici (il 3,9%).
Rischio inondazioni. Infine i dati sulle superfici allagabili: a livello nazionale so no aumentate del 19%. A essere interessato è il 14,4% delle superficie isolana, considerato che 827 kmq sono considerati ad alta pericolosità, 974 kmq a media pericolosità, 1676 a bassa pericolosità. A livello nazionale ci sono circa 3 milioni di famiglie e quasi 7 milioni di abitanti residenti in aree a rischio alluvione. Le regioni con i valori più elevati di popolazione nelle aree a rischio frane e alluvioni sono Emilia-Romagna (quasi 3 milioni di abitanti a rischio), Toscana (oltre 1 milione), Campania (oltre 580 mila), Veneto (quasi 575 mila), Lombardia (oltre 475 mila), e Liguria (oltre 366 mila). Le cause vanno dalla morfologia del territorio, ai cambiamenti climatici al consumo di suolo. Poco più di 1,5 milioni di abitazioni (10,7%) ricadono in aree inondabili nello scenario medio.
Il Pnrr. «I dati e le mappe del rapporto vogliono rappresentare sempre di più un elemento fondamentale a supporto delle decisioni politiche di contrasto al dissesto idrogeologico, comprese quelle previste dal piano nazionale di ripresa e resilienza», afferma il presidente dell'Ispra, Stefano Laporta. «Nel Pnrr – continua Laporta – sono previsti interventi specifici nella prevenzione del dissesto idrogeologico che testimoniano quanto sia importante questa tematica per poter poi realizzare gli altri interventi previsti nel piano». (a.pal)