La Nuova Sardegna

Arresti eccellenti a Cagliari

Giovanni Satta: politico di lungo corso, da un’inchiesta all’altra ma senza una condanna

Giovanni Satta: politico di lungo corso, da un’inchiesta all’altra ma senza una condanna

Dagli arresti domiciliari il consigliere regionale si difende: «Sono del tutto estraneo alla vicenda»

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Cagliari «Sono assolutamente estraneo alla vicenda e tranquillo sull’operato della magistratura». Dagli arresti domiciliari Giovanni Satta respinge le accuse e lascia filtrare solo poche parole attraverso i suoi avvocati difensori, Angelo Merlini e Gianluca Aste.

Sarà, ma è un lungo conto, ancora aperto, quello tra il consigliere regionale di Buddusò e la giustizia italiana. Classe 1966, vecchia scuola Dc e una laurea in giurisprudenza in tasca, Satta è almeno dal 2007 che rimbalza da un’inchiesta all’altra, con processi in corso, sentenze di assoluzione e neanche una di condanna passata in giudicato. Nel frattempo ha fatto il sindaco del suo paese e per due legislature (con l’Uds e poi con il Psd’az) si è seduto sui banchi del consiglio regionale, la massima istituzione della Sardegna.

Tutte inchieste clamorose quelle che l’hanno visto coinvolto, indagato e arrestato (tre volte). Fino a ieri, l’ultima inchiesta in ordine di tempo era quella di otto anni fa su un presunto maxi traffico di droga in Costa Smeralda con una ventina di persone coinvolte a vario titolo. Per quella vicenda Giovanni Satta era finito in carcere, dopo che nelle elezioni regionali del febbraio 2014 si era candidato nelle liste dell'Uds. Non eletto, Satta aveva fatto ricorso al Tar contro l'elezione di Gianni Lampis (Fdi). Ricorso vinto e Satta, allora detenuto, aveva fatto il suo primo ingresso in consiglio regionale. Quel processo è ancora in corso.

In precedenza, Giovanni Satta, era stato assolto in tribunale a Tempio dall’accusa di truffa per una confusa vicenda giudiziaria risalente al 2010 quando era titolare di una concessionaria d’auto Mercedes, l’Autosmeralda di Olbia. In quella circostanza era stato accusato di aver intascato un assegno di 20mila euro per un’automobile mai consegnata all’acquirente. Caduta l’accusa, era arrivata l’assoluzione. La concessionaria d’auto è anche al centro di un altro processo in corso tribunale, questa volta per ricettazione e riciclaggio. Un presunto giro di auto rubate riferito agli anni 2011 e 2012. Sempre Giovanni Satta era rimasto coinvolto anche in una inchiesta per un traffico di armi e droga fra Olbia e la provincia di Nuoro. C’è poi il processo per lo scandalo della società municipalizzata Biesse di Buddusò. Era il 2007 e Giovanni Satta allora era sindaco del paese. La prima volta, a settembre, i carabinieri avevano perquisito il suo ufficio e sequestrato un mare di documenti. Due anni dopo, nel 2009, i carabinieri avevano arrestato il sindaco, il vice sindaco e l’assessore ai Lavori pubblici. Pesanti le accuse: peculato, abuso d’ufficio, falso in atto pubblico. È da quella “Buddusopoli” che sono cominciati i guai giudiziari di Satta. Come spesso accade, il peggio doveva ancora arrivare.

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