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Arcipelago Sardegna
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Il maestro compositore Marco Tutino fa parlare il santo poeta Juan De la Cruz in logudorese


	Paolo Pulina
Paolo Pulina

Il canto del mistico spagnolo tradotto in sardo da Paolo Pulina, presidente vicario del Circolo culturale “Logudoro” di Pavia

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Pavia «La lingua sarda ha in sé una straordinaria musicalità, basta trascriverla, la musica è già quasi suggerita. Sono rimasto affascinato dal suono che affiora da questa lingua che non conoscevo». È l’omaggio del compositore Marco Tutino alla Sardegna e alla sua cultura. Parole pronunciate dal maestro milanese al Teatro Lirico di Cagliari, lo scorso novembre, in occasione della prima assoluta della sua “In amoroso furore”, per voce recitante (Simeone Latini), coro (preparato da Giovanni Andreoli) e orchestra, composizione cantata e recitata in logudorese e in italiano, con alternanza continua delle due lingue.

Il brano di Tutino, infatti, si ispira a una poesia di Juan de la Cruz, cofondatore dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi, santo, poeta e mistico spagnolo del XVI secolo, per la prima volta tradotta in sardo da Paolo Pulina, classe 1948, di Ploaghe, da una vita di casa a Pavia, dove è vice presidente vicario del Circolo culturale “Logudoro”.

Giornalista pubblicista dal 1982, a partire dal 1977 è stato funzionario dell’assessorato alla Cultura della Provincia di Pavia, per conto del quale ha curato numerose pubblicazioni, sia periodiche sia monografiche, nonché gli atti di numerosi convegni. Veterano del mondo dell’emigrazione, già vice presidente della Fasi, la Federazione delle associazioni sarde in Italia, è lo stesso Pulina a raccontare come è nata questa nuova sfida culturale.

«È stata l’amica giornalista lodigiana Lucrezia Semenza a chiedermi se ero disponibile a tradurre in sardo la versione italiana realizzata dal filosofo Giorgio Agamben di una nota composizione di Juan de la Cruz. Lucrezia – va avanti Pulina – sapeva che, da appassionato di sardità e sardofono, avevo scritto in sardo poesie di occasione e testi per canzoni e che avevo tradotto in logudorese le parole di “Imagine” di John Lennon e de “La canzone di Marinella” di Fabrizio De André». Quei testi, insieme a diversi altri, sono stati raccolti e pubblicati nel 2021 nel suo volumetto “Versi d’occasione e testi per canzoni 1993-2020”.

«Sono contento ovviamente, a cose fatte, che il maestro Marco Tutino abbia apprezzato la mia versione in logudorese della traduzione di Agamben (“In furore amoroso”) della lirica “Tras de un amoroso lance” (“Dopo un amoroso slancio”) di Giovanni della Croce, Juan de la Cruz. Come hanno rilevato i Carmelitani Scalzi della Provincia veneta – sottolinea l’esponente della Fasi –, Papa Francesco, anche se non ne ha citato il titolo, quando scrisse “Si ottiene tanto quanto si spera” nel messaggio per la 53ª Giornata mondiale della pace (celebrata il 1° gennaio 2020, e che aveva per tema “La Pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione e conversione ecologica”), alludeva a questa che è considerata una delle poesie più belle di Giovanni della Croce». “Tras de un amoroso lance”, appunto.

«L’ho fatta tradurre in sardo che è una lingua meravigliosa con una musicalità intrinseca veramente incredibile» ha ribadito Marco Tutino in una intervista con Loredana Atzei (su www.iteatridellest.com). E ancora: «La traduzione di Pulina devo dire che è assolutamente in linea con quella di Agamben. Io ho chiesto espressamente a Pulina di tradurre l’italiano di Agamben piuttosto che la poesia originale in spagnolo perché volevo conservare questa forza che scaturisce dalla versione in italiano. E devo dire che è riuscito nell’intento e sono molto grato ad entrambi». «Purtroppo io non conosco il sardo però quello che mi ha colpito di questa lingua è la sua ritmicità. Dal punto di vista sonoro l’effetto è meraviglioso. La musica sgorga direttamente dalle parole. Chi invece conosce bene la lingua credo che senta il significato dell’opera come amplificato». (l.p.)

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