La Nuova Sardegna

Il caso

«Maestra di San Vero Milis sospesa non solo per una preghiera»

di Michela Cuccu
«Maestra di San Vero Milis sospesa non solo per una preghiera»

Il sindacato: altre ragioni dietro lo stop. Ma l’insegnante incassa la solidarietà di Salvini e Solinas

07 aprile 2023
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San Vero Milis «A meno che all’Ufficio scolastico non siano tutti impazziti, e lo escludo, ci dev’essere dell’altro. Questa è una sanzione che si applica a casi ben più gravi». Elena Aroffu, segretaria generale della Cisl Scuola di Oristano, ha una posizione diversa da quella assunta dai colleghi delle altre sigle sindacali che si sono schierati dalla parte di Marisa Francescangeli, la maestra 58enne sospesa dal servizio (e dallo stipendio) per 20 giorni per aver fatto recitare preghiere ai suoi alunni durante la lezione. Le parole della sindacalista ancora una volta confermano che potrebbe esserci di più dietro la sospensione e che il provvedimento dell’Ufficio sia stato adottato dopo una serie di comportamenti non del tutto ortodossi tenuti dall’insegnante in classe. Sembrerebbe infatti che la recita delle preghiere all’inizio delle lezioni fosse una consuetudine dell’insegnante che in alcuni casi avrebbe invitato a partecipare anche altri colleghi. Va però precisato che sia l’avvocata Elisabetta Mameli, incaricata dalla docente di presentare ricorso contro la sospensione sia Giuseppe Corrias, il segretario regionale della Uil Scuola, sindacato al quale è iscritta Marisa Francescangeli, hanno sempre affermato che la contestazione sia soltanto legata all’episodio del 22 dicembre scorso quando, dopo aver fatto realizzare agli alunni un braccialetto a forma di rosario, gli avrebbe fatto recitare un’Ave Maria e un Padre Nostro.

«La trasmissione dell’esposto dei genitori all’Ufficio scolastico da parte del dirigente locale era un atto dovuto. Se non lo avesse fatto, avrebbe commesso un abuso», dice ancora la segretaria della Cisl scuola, sindacato al quale è iscritto il dirigente Alessandro Cortese che a seguito delle lamentele dei genitori aveva convocato una riunione con la maestra per cercare di trovare una mediazione. «Il dirigente, pur nostro iscritto, non mi aveva nemmeno mai accennato della vicenda. Non poteva essere altrimenti, trattandosi di una questione disciplinare. Ne abbiamo parlato soltanto ora, quando è diventata di pubblico dominio. Mi ha detto di essere tranquillo – prosegue la sindacalista – e di aver fatto quanto in suo dovere». Ed aggiunge: «la sospensione è avvenuto sicuramente dopo un lungo esame del caso da parte dell’Ufficio scolastico provinciale, tanto è vero che è arrivato qualche mese dopo. Credo che una misura così pesante non sia stata assunta a cuor leggero, ma anzi, sia stata valutata con molta attenzione». Intanto la vicenda continua a far discutere il mondo della politica.

«Un provvedimento preoccupante, che ha il sapore della censura se non addirittura della persecuzione religiosa: intollerabile in una società inclusiva e rispettosa di ogni credo». Le parole sono del presidente della Regione Christian Solinas che ha manifestato la sua solidarietà alla maestra Marisa Francescangeli. «Totale vicinanza e solidarietà, da uomo libero, auspico che la Direzione scolastica riveda immediatamente l’ingiusta punizione», che secondo Solinas « oltre ad offendere il buon senso, rischia di rappresentare una pes ante violazione dei vigenti accordi concordatari tra la Santa Sede e la Repubblica Italiana. Il pluralismo religioso e il multiculturalismo non si affermano certo cancellando o vietando la professione della fede cristiana, ma consentendo a ciascuno di esercitare liberamente il proprio culto». La maestra incassa anche la solidarietà del leader del Carroccio, Matteo Salvini: «siamo alla follia - scrive il segretario della Lega sui social – buona Santa Pasqua a questa maestra, un abbraccio ai suoi bambini». Dopo Pasqua l’avvocata Elisabetta Mameli depositerà il ricorso al giudice del Lavoro del tribunale di Oristano per chiedere la revoca del provvedimento di sospensione e il reintegro della docente.

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