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“Lezioni tedesche” sulla lingua sarda: storia, evoluzione, parlate e lessico

di Luciano Piras
“Lezioni tedesche” sulla lingua sarda: storia, evoluzione, parlate e lessico

Il dialettologo e linguista Simone Pisano, referente Fasi, terrà tre incontri all’Università del Saarland

09 giugno 2023
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Siena L’università tedesca punta i riflettori sulla Sardegna. È l’ateneo del Saarland, sede a Saarbrücken, ai confini con la Francia, a organizzare una serie di incontri che vedranno protagonista Simone Pisano, professore dell’Università per stranieri di Siena. Docente di Dialettologia e Linguistica del contatto, referente Fasi (Federazione delle associazioni sarde in Italia) per le questioni della limba, sarà lui a parlare nel land tedesco degli elementi iberoromanzi del sardo, della dialettologia sarda e del sardo nel “Lei”, il monumentale “Lessico etimologico italiano”.

Tre le lezioni che terrà nell'ambito del programma Erasmus + finanziato dall’Unione europea. L'Università per stranieri di Siena ha infatti un proficuo accordo di collaborazione con il “Lei” (di cui ospita una delle sezioni italiane) e con l’Università del Saarland. Due dei tre appuntamenti saranno concentrati nel pomeriggio del prossimo 13 giugno 2023, l’ultimo l’indomani mattina.

L’elemento iberoromanzo nel lessico sardo è di cruciale importanza per comprendere la storia della lingua sarda. È da questo presupposto che partiranno le conferenze di Pisano. Se, da un lato, l’elemento ereditario latino e quello di sostrato rilevabile in particolare nella toponimia, nella fitonimia e nella zoonimia (soprattutto nella denominazione di piccoli animali) sono di gran lunga quelli più originali, dall’altro il superstrato iberoromanzo è quello statisticamente più rilevante subito dopo quello ereditario e risulta fondamentale nella comprensione non solo della storia dell’isola tra il XIV e il XVIII secolo, ma anche delle dinamiche interne che hanno caratterizzato (e in parte ancora caratterizzano) le varietà sarde contemporanee.

Il secondo “incontro tedesco”, invece, sarà incentrato sulle parlate sarde: hanno una fisionomia propria anche se, nella morfologia, condividono una serie di caratteristiche che le avvicinano maggiormente alle lingue neolatine occidentali. Da un punto di vista tipologico, tuttavia, il sardo si configura come un insieme di varietà fortemente differenziate rispetto alle altre lingue neolatine ed ha peculiarità fonologiche, morfologiche e lessicali che spesso non si riscontrano nel resto del mondo romanzo. La dialettologia tradizionale è solita suddividere il sardo in due macro-varietà principali. Le parlate del centro-nord sono conosciute come nuoresi-logudoresi e, da un punto di vista fonetico, hanno una fisionomia piuttosto conservativa mentre quelle del centro-sud, note come campidanesi, appaiono invece più evolute foneticamente. Per quanto tale divisione risulti utile per tentare una classificazione, bisogna tuttavia rilevare che le etichette di logudorese e campidanese sono poco efficaci quando si analizzano le varietà effettivamente parlate: non è infatti possibile tracciare un confine netto tra queste due macro-varietà perché, soprattutto nel centro dell’isola, i criteri impiegati per stabilire dei confini non portano a conclusioni univoche. In Sardegna, inoltre, il plurilinguismo rimane una realtà consolidata: nella parte settentrionale dell’isola, infatti, sono anche parlati il sassarese e il gallurese che hanno caratteristiche assai differenti dal sardo propriamente detto e possono essere considerati come varietà linguistiche pienamente italo-romanze. Esistono poi gruppi di parlanti altre varietà neolatine (si veda il ligure di Carloforte e di Calasetta e il catalano di Alghero) giunti sull’isola in differenti momenti storici.

La terza e ultima conferenza sarà focalizzata, infine, sul “Lei”, il “Lessico etimologico italiano”, un dizionario etimologico della lingua italiana e dei suoi dialetti, edito dal 1979 dalla Akademie der Wissenschaften und der Literatur a Magonza. Per quanto il sardo non sia tra le varietà documentate nel “Lei”, dal momento che, correttamente, lo si considera un gruppo neolatino non italo-romanzo, il materiale lessicografico sardo costituisce un prezioso termine di paragone per quanto riguarda molte voci del “Lei” stesso. A Simone Pisano il compito di mostrare come una serie di confronti tra il materiale lessicografico sardo e quello documentato dal “Lei” contribuiscono a gettare luce sulle dinamiche che hanno investito la Sardegna e la Corsica a partire dal X secolo. L’analisi lessicale e morfologica del sardo, inoltre, palesa anche un originale influsso del toscano e del ligure medievale non solo in Corsica ma anche nella parte più “conservativa” della Sardegna.

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