La Nuova Sardegna

Il regno degli eccessi dorati

Una giornata alla Scogliera, il ristorante più esclusivo della Sardegna

di Paolo Ardovino
Una giornata alla Scogliera, il ristorante più esclusivo della Sardegna

La Maddalena, il locale è salito alla ribalta per i suoi prezzi: una pizza costa anche 100 euro, gli antipasti possono arrivare a 1400 euro. Ci si arriva solamente via mare, ospita ogni giorno grandi imprenditori e star. E c'è anche il menu per cani: fino a 110 euro

09 luglio 2023
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Inviato alla Maddalena Sembra che Andrea Orecchioni, il proprietario, voglia far diventare questa frase il suo mantra: «Tutto ciò che in ogni altro luogo è impossibile, qui è possibile». Il passaggio dall'azzurro del mare al granito della terraferma significa superare la dimensione dell'ordinarietà e approdare in quella dell'esagerazione. La Scogliera, d'altronde, è il frutto di continue scelte che superano i limiti. Prima di tutto quelli economici, ovvio, che hanno portato sotto i riflettori un ristorante finora nella riservatezza. Il gran plateau di crudi di mare supera i mille euro. In vetrina ci sono bottiglie che toccano le decine di migliaia di euro. La pizza da 100 euro, che è ciò che ha fatto tanto scalpore mediatico in questi giorni, è considerato un piatto secondario. Anzi nemmeno, uno sfizio nell'attesa. Ma «la chicca è il menù per cani», con proposte di tartare e dove «viene servita acqua Smeraldina»: almeno 100 euro. Davvero si rischia il lungo elenco delle esagerazioni che qui, alla Scogliera, sono accettate (poi arrivano le pessime recensioni online, svanito l’incanto). Andrea Orecchioni, 51 anni, è nato alla Maddalena ma profondamente legato alle radici di Arzachena. Sta facendo un cambio di vita, ha perso molti chili, ora si sveglia all’alba. ricco imprenditore che alza la voce e ride in maniera sguaiata. Andrea quasi sussurra e con un occhio controlla la situazione attorno. Si alza a dirigere il traffico dei camerieri oppure a segnalare una pecca da non rifare.

La scoperta della Scogliera comincia dalla banchina di Poltu Quatu, lì arrivano i collaboratori a bordo di un tender. È il servizio-taxi per chi non ha una imbarcazione. La traversata arriva sino all'insenatura di Porto Massimo, nella parte nord-est della Maddalena, e si comprende perché la proprietà vuole che si arrivi esclusivamente via mare. Il ristorante si fonde con la cornice di rocce a picco sull’acqua. Un gommone preleva gli ospiti e li accompagna sulla passerella di benvenuto. L'atmosfera gioca sull'apparente semplicità. Perché i tavoli, per dire, sono opere in pietra lavica («un cliente qualche giorno fa – racconta Orecchioni – ha acquistato quello su cui ha mangiato, diciottomila euro»). Le vetrate del privé danno sullo specchio d'acqua e ci sono salotti all'aperto sulle piccole lingue di sabbia tra i graniti. La cucina è aperta da mezzogiorno a mezzanotte, ma si punta sul pranzo per non intaccare la movida smeraldina. La Scogliera non è un tempio della cucina, è un microcosmo di lusso in infradito e costume. Lontano dai dress-code, dalle riunioni di lavoro. Dopo pranzo la musica si alza con le hit vintage all’italiana, le tavolate sventolano i tovaglioli bianchi e i camerieri invitano tutti nel trenino in mezzo alla sala. Si crea euforia, poi arriva il conto. «Il novanta per cento del jet set della Costa viene qui». Uomini d’affari ma anche calciatori, «le Kardashian», i divi di Hollywood. «Una soddisfazione? Quando è venuto Michael Douglas e andando via mi mise una mano sulla spalla e ringraziava gli amici di Los Angeles che gli fecero il nome del ristorante».

Sui prezzi proibitivi – Orecchioni è stato l’unico a far arrabbiare persino Briatore per lo scontrino – dice: «Chi viene qui è abituato a spendere, si va oltre la normale logica. Due giorni fa una coppia ha speso 1570 per la cena e ha lasciato 1500 di mancia». La sua è una proposta che si inserisce in un mondo folle. Arriva la pizza, gamberi rossi di Mazara del Vallo, burrata di Andria, bottarga e foglia d’oro 24 carati. «Quando il mio chef (Massimo Guzzone) propose di inserirla, dissi che in un menù come il nostro era possibile solo a un prezzo così alto». Ma si punta sull’aragosta, sui crudi di mare, sul pesce al sale. E su un servizio quasi personalizzato, su servizi extra e piccoli (costosi) vizi. Poi Andrea si alza, nota che è arrivato un imprenditore di Milano Marittima con giovane compagna e gli è stato dato un posto in un angolo. «Non va bene: vado a creargli un tavolo vista mare».

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