La Nuova Sardegna

Attacco al Palazzo

La Cisl attacca la Regione: distratta sulle emergenze della Sardegna


	Una seduta del consiglio regionale
Una seduta del consiglio regionale

Il clima elettorale monopolizza l’attenzione della politica

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Sassari La Cisl non fa sconti alla maggioranza in Regione e punta il dito contro l’esecutivo guidato da Christian Solinas, colpevole di essere già orientato alle elezioni di febbraio. Nello stesso tempo punta il dito anche contro i consiglieri che non dimenticano le tante emergenze della Sardegna.  “Il giudizio terzo della Corte dei Conti – riporta il documento - certifica la preoccupante incapacità di spesa delle risorse della Regione, per una liquidità accertata di 3 miliardi, giudizio contestualmente ancor più grave se si fa riferimento alle risorse fin qui stanziate e da programmare o riprogrammare, che allo stato (e approssimate per difetto) superano i 10 miliardi, affermando la sostanziale insufficienza programmatoria ed attuativa della Regione sarda. Pare che parte di queste risorse saranno, a breve, oggetto di una “variazione di bilancio” che, per la sua dimensione (circa 700 milioni di euro), è la fotografia di una Regione che non sarà certamente in grado di far affluire queste risorse al sistema economico e sociale in tempi utili a sostenere le necessità di ripresa attuali, spostando la spesa in avanti negli anni a venire”.

Ma la Cisl, guidata dal segretario Gavino Carta mette in evidenza un altro dato allarmante:  “Il tema del contrasto alla povertà ed allo spopolamento delle zone interne e alla denatalità più in generale, assumono un ormai rilievo esiziale per l’intera collettività sarda. L’imponibile IRPEF di una paga giornaliera media in Sardegna vale 76,5 euro (media Italia 90,10 euro), l’importo medio di pensione nel settore privato vale 784,27 euro (oggi coincidente con l’assegno dell’ex RdC), mentre la demografia ci consegna un dato di incidenza della popolazione nelle zone interne del 30% sul totale (nel 1969 era il 50%) ed una prospettiva di perdita di 1/3 della popolazione, secondo l’attuale tendenza, entro il 2060”.

Il documento chiude con un affondo sulla questione morale:  “Come se tutto ciò non bastasse, i fatti dell’attualità regionale consegnano all’opinione pubblica un’immagine di istituzioni regionali bloccate, nell’attività di Giunta, in quella evidenziano preoccupanti fenomeni di contestata natura illegale, sui quali occorre, in questa fase, sospendere qualsiasi commento e valutazione, per rispetto delle indagini in corso da parte della magistratura, circostanza che però richiama i valori di responsabilità, etica, integrità, correttezza, trasparenza e legalità, ai quali deve corrispondere la condotta di tutti i soggetti della società civile, in particolare di coloro che rivestono cariche di responsabilità politica ed amministrativa a tutti i livelli”.

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