Gli avvocati del cardinale Angelo Becciu: «È innocente, non ha mai rubato nemmeno un centesimo»
La richiesta dei legali per l’assoluzione dopo l’udienza di oggi in Vaticano
Milano «Nell’udienza di oggi abbiamo tirato le somme di due anni di processo. Dal dibattimento è emersa in modo netto l’innocenza del cardinale Angelo Becciu». È quanto dichiarano in una nota Maria Concetta Marzo e Fabio Viglione, legali del Cardinale Angelo Becciu. «Anzitutto, neppure l’accusa contesta al cardinale di essersi arricchito, di essersi appropriato indebitamente di alcuna somma. Neanche un centesimo».
«E – proseguono i legali – questo vale anche per la sua famiglia, tirata in ballo ingiustamente in questi anni». Per Viglione e Marzo, «la verità, emersa prepotentemente nel processo è una sola: il cardinale è innocente. Grazie al dibattimento abbiamo potuto accertare che nessuna delle accuse aveva fondamento e che il Promotore è rimasto prigioniero di un teorema franato completamente. È caduto il velo di Maya e sono venute a galla tutte le forzature che hanno portato alla costruzione di accuse infondate e orchestrate da figure prive di ogni credibilità. Un inquinamento del quadro probatorio inquietante che tuttavia non ha retto la prova del dibattimento e che rappresenta la pietra tombale di un impianto accusatorio sconfessato da tutti gli imputati e i testimoni escussi».
Gli avvocati del cardinale aggiungono che «giuridicamente, poi, fin dall’inizio è mancata ogni coerenza nell’accusa. Come si fa ad archiviare la posizione del capo dell’Ufficio Amministrativo, che tutto faceva, vedeva e valutava, Mons. Perlasca, e pretendere di perseguire il cardinale che approvava quello che il capo ufficio gli proponeva?». «Ma ciò che più ferisce è l’insostenibile sequela di presupposti scorretti che sono stati smentiti categoricamente una volta per tutte. Il cardinale Becciu ha agito sempre in armonia con i vertici della Santa Sede e nel rispetto della Costituzione Apostolica e di ogni altra norma vigente al tempo e, sotto la sua responsabilità, l’Obolo di San Pietro non è stato mai utilizzato per gli investimenti contestati ma sempre e solo per le finalità cui era destinato», spiegano ancora i difensori.
«La correttezza dei comportamenti del cardinale Becciu è stata provata per tutte le diverse accuse dalla quali si è difeso: gli investimenti immobiliari, le risorse destinate al tentativo (poi andato a buon fine) di salvare una suora rapita in Mali e le somme inviate per finalità caritatevoli alla diocesi di Ozieri». «Per tutto ciò - concludono Viglione e Marzo - la nostra richiesta al Tribunale non può che essere: assolvete un innocente».