La Nuova Sardegna

Clima

Siccità, ora è allarme: l’Agenzia idrografica convoca due vertici

di Andrea Massidda
Siccità, ora è allarme: l’Agenzia idrografica convoca due vertici

Domani e venerdì riunioni a Cagliari sull’emergenza acqua. Intanto l’Enas lavora con il Mit per gli “invasi sperimentali”

06 febbraio 2024
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Cagliari Le previsioni meteorologiche dei prossimi giorni fanno rabbrividire. Ma non per il maltempo, anzi. A mettere la pelle d’oca, al contrario, è proprio il fatto che – con una percentuale di attendibilità medio-alta – sino a sabato in Sardegna non sono attese precipitazioni, piuttosto sole con temperature massime anche oltre i 20 gradi. E nel fine settimana, semmai dovesse davvero piovere, si tratterà probabilmente di poche gocce. Paradossalmente un dramma, considerata la situazione degli invasi dell’isola, arrivati a un livello di emergenza per quanto si stanno svuotando.

Riunione urgente Così, nella speranza che il clima ritorni al più presto almeno nelle medie stagionali, tra domani e venerdì l’Adis (l’Agenzia regionale del distretto idrografico della Sardegna) ha convocato due riunioni di coordinamento proprio per affrontare la questione siccità che sta mettendo a repentaglio i raccolti e quindi in ginocchio il comparto agricolo, anche per lo spauracchio delle restrizioni.

Il ruolo dell’Enas A questo doppio vertice parteciperà ovviamente anche l’Enas, ossia l’Ente acque della Sardegna che gestisce il sistema idrico multisettoriale dell’isola. «Per trovare soluzioni al problema – spiega il direttore generale Giuliano Patteri – stiamo lavorando insieme al ministero delle Infrastrutture e in particolare con la dirigenza che si occupa di dighe e infrastrutture idriche».

Invasi sperimentali L’idea di base sarebbe quella di poter aumentare la capacità degli invasi attraverso i cosiddetti invasi sperimentali. «I quali – rivela l’ingegner Patteri –, una volta che arriva una quantità d’acqua sufficiente, consentono di verificare il comportamento statico delle dighe. In pratica – continua il direttore generale dell’Enas, chiarendo il concetto – a oggi le dighe possono invasare una quantità d’acqua fino a un livello “autorizzato”. E si ottiene una autorizzazione a invasare oltre questo livello soltanto a seguito della sperimentazione, che però può avvenire solo quando la diga si riempie».

Collaudo dighe A fornire ulteriori elementi utili a capire la situazione sono anche le parole degli ambientalisti del Gruppo di intervento giuridico. «La Sardegna è fra le regioni europee con la maggior densità di invasi – rileva il GrIG –. Possiede 34 invasi di grandi-medie dimensioni con una capacità massima teorica attuale di 2 miliardi e 280 milioni di metri cubi di acqua, di cui 1 miliardo e 764 milioni di metri cubi con autorizzazione all’invaso. In teoria – continuano dall’associazione ambientalista – se queste dighe fossero completamente collaudate per la loro massima capacità, potrebbero raccogliere circa 2 miliardi e 280 milioni di metri cubi di acqua».

Ipotesi dissalatori Intanto c’è chi addirittura suggerisce l’utilizzo di impianti di dissalazione capaci di trasformare l’acqua marina in acqua potabile. Ma Patteri su questo punto, frena. «Per mia esperienza e al netto di tecnologie sperimentali – dice –, la dissalazione è una tecnica costosa ed è da considerare come extrema ratio, anche per non aumentare i costi per famiglie e imprese. Inoltre vanno considerati anche i tempi necessari per la realizzazione degli impianti».
 

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