La Nuova Sardegna

La prima tappa

Job Day a Sassari: 113 imprese e 7mila candidati in cerca di un lavoro

di Roberto Sanna
Job Day a Sassari: 113 imprese e 7mila candidati in cerca di un lavoro

Il grande meeting negli spazi di Promocamera. Protagonisti gli stand della grande distribuzione

08 febbraio 2024
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Sassari I due stradoni principali di Predda Niedda, già carichi di traffico nelle giornate normali, ieri erano già ingolfati alle 9 di mattina. Lunghe colonne di auto che parcheggiavano via via sempre più lontano dall’ingresso di Promocamera e pullman dai quali scendevano migliaia di persone che lentamente si spostavano verso la grande struttura fieristica che ieri ha ospitato la prima tappa del Job-Day, organizzato dall’Aspal e dall’assessorato regionale al Lavoro.

Voglia di certezze Tante le iniziative che si sono incrociate in questa giornata dedicata al mondo del lavoro, con seminari, convegni, focus sulla formazione e altri dedicati agli studenti delle classi quarte e quinte delle superiori che stanno cominciando ad approcciarsi al mondo del lavoro. «Sono giornate importanti, c’è un approccio al lavoro a 360 gradi che mette in contatto tutti gli operatori dei vari settori, che collaborano e interagiscono tra loro, è anche un momento di aggiornamento» dice Giuseppe Oggiano, presidente dei Consulenti del lavoro della provincia di Sassari. Il cuore dell’evento, però, non poteva che essere il momento della ricerca immediata del lavoro ed è bastata mezza mattinata per capire che, in un momento storico molto complicato, quello che la gente va a cercare è la certezza di avere uno stipendio. La cartina di tornasole di questa tendenza sono state le code che sin dall’apertura si sono formate davanti ai desk delle aziende più strutturate, quelle che hanno una pianta organica ampia. E anche quelle dove la gente sa quanto andrà a guadagnare e che tipo di lavoro dovrà svolgere: nessuna sorpresa, poca voglia di volare alto ma, in compenso, la tranquillità di ritirare lo stipendio senza scherzi. Anche per avere un’esistenza dignitosa: «Ho quasi 55 anni, ho perso il lavoro un anno e mezzo fa – sospira un signore che ha appena terminato un colloquio –. Faccio l’amministrativo, so destreggiarmi bene e penso che saprei inserirmi bene in nuovi contesti. Ho tanta esperienza, voglio ma ho paura che l’età sia un handicap insormontabile. Però mi serve un lavoro, sono separato, ho una figlia di 23 anni alla quale, prima ancora che a me stesso, devo dare risposte».

Gdo su tutti Nella corsa allo stipendio fisso, le aziende più appetibili hanno nomi molto conosciuti, tutti facenti capo al settore della grande distribuzione e già presenti in maniera importante su questo territorio: Decathlon, Tecnomat, Eurospin, per esempio, a un certo punto hanno dovuto chiedere una pausa di fronte all’incalzare dei candidati . E anche quelle sarde ieri hanno fatto una “caccia” proficua: «Siamo qui per cercare addetti alla cassa, alla salumeria, all’ortofrutta, già esperti e in grado di interagire con i clienti» racconta William Corda di Camporosso, la società alla quale fa capo il marchio Nonna Isa. «Abbiamo ricevuto tantissime candidature, qualcuno l’abbiamo anche già selezionato – aggiunge –. Tanti giovani, e anche persone che hanno bisogno assoluto di lavoro e si sono proposte anche per la stagione estiva nel nostro punto vendita di Porto Cervo. E qui a Sassari è arrivata gente anche da Olbia. A tutti dico che volendo si può crescere, io per esempio ho cominciato come salumiere e oggi faccio parte del cda con la delega al personale. Però, prima ancora che per un discorso di prospettiva, ci cercano perché sanno che cosa troveranno: serietà e la certezza di uno stipendio». Al desk di Bibanca sono piovute 400 candidature: «Noi vogliamo investire sui giovani, diamo anche delle buone opportunità di crescita – dice Rossella Cau –, vengono in tanti anche se non sempre li troviamo preparati sulla nostra azienda, non sanno come funziona e arrivano proponendosi per posizioni che non abbiamo». La stagionalità invece non sembra interessare chi vuole un contratto fisso e il turismo, un mondo che già merita un discorso a parte, in questo tipo di eventi, un po’ langue: «Sono bei momenti di incontro, è giusto esserci – dicono dal desk dell’Hotel dei Pini di Alghero – ma noi cerchiamo figure già formate e qui si presentano molti giovani all’inizio del percorso che invece non hanno un curriculum interessante. Non credo che l’estate sarà un problema, alla fine, ma come sempre il personale lo troveremo per vie più tradizionali». Il contraltare è quello di una coppia che al turismo ha detto basta spera di cambiare vita proprio col Job Day: «Abbiamo 30 anni, abbiamo lavorato come stagionali nella penisola per tanto tempo, tra la Toscana e Courmayeur, ma ora vogliamo rientrare e fermarci». Il settore per cambiare vita e magari mettere su famiglia? Manco a dirlo: «Abbiamo fatto diverse domande per la grande distribuzione». Sicuramente i banchi dell’ortofrutta sono meno affascinanti delle cime innevate delle Alpi, ma il calore rassicurante dello stipendio fisso non ha paragoni.

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