La Nuova Sardegna

Il personaggio

Daniele Pinna, il genio di Nulvi che accende il futuro con l’ananas

di Serena Lullia
Daniele Pinna, il genio di Nulvi che accende il futuro con l’ananas

Il suo progetto sfrutta le fibre delle foglie del frutto esotico per produrre energia. «Chimica una passione scoperta per caso. Studiare fuori? No, amo il mio paese»

07 aprile 2024
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Sassari La passione per la chimica arriva inaspettata. Come se il destino, con la sua ironica sapienza, avesse deciso di raddrizzare in silenzio il percorso di Daniele Pinna, studente di Nulvi. Dopo le scuole medie il ragazzo si iscrive all’istituto tecnico industriale Angioy di Sassari, indirizzo informatica. Ma in classe non c’è posto. Viene quindi dirottato in chimica e qui scopre la sua grande passione. Una vocazione non messa in conto ma coltivata, che lo ha portato a ricevere il premio dalla Commissione europea per il progetto che crea energia dalle foglie di ananas all’interno del concorso “I giovani e le scienze 2024”. Una ricerca innovativa con cui ha conquistato il pass per gli Expo sciences in Belgio nel 2025.

Batteria di ananas La ricerca di Daniele, portata avanti con il supporto della docente Tiziana Castia, ha dimostrato che le fibre di foglie di ananas possono sostituire le batterie e produrre energia. Per alimentare dispositivi a bassa potenza come lampadine, giocattoli e mini ventilatori. «Abbiamo pensato di utilizzare le fibre delle foglie di ananas in una ottica ecosostenibile – spiega il giovane studente – , per sostituire quelle di cellulosa, comunemente impiegate per la preparazione di batterie, che però hanno un grande impatto ambientale, che va evitato. Le fibre dell’ananas sono più sostenibili. Dell’ananas mangiamo solo il frutto e le foglie diventano uno scarto. Abbiamo quindi cominciato a separare le fibre e a usarle come batterie».

Un lavoro di ricerca fatto in parte a scuola e in parte a casa. «In classe erano i professori che mi indirizzavano e mi aiutavano a cogliere i punti migliori – racconta Daniele – . Ma è a casa che ho cominciato a separare le fibre». Questo tipo di batteria presenta alcuni limiti, come la corrosione dell’anodo, ma si sta rivelando un interessante oggetto di studio per il basso costo, la grande abbondanza della materia prima, il minor impatto ambientale.

Il premio Il premio ricevuto a Milano nella sede della Federazione delle associazioni scientifiche e tecniche arriva inaspettato. «Già essere stato selezionato era di per sé un premio, poi il premio vero e proprio ovviamente mi ha fatto felice – dice Daniela con grande umiltà –. Come anche la mia famiglia, mia mamma ne è uscita pazza».

L’università Daniele frequenta l’ultimo anno del tecnico sassarese. La quinta A Chimica e materiali. Ma già guarda alla facoltà di Chimica, nell’ateneo sassarese. «Il premio ha contribuito a confermare l’idea che già avevo, di proseguire con Chimica – aggiunge –. Ho pensato di proseguire gli studi fuori, anche all’estero, ma già stando solo quattro giorni a Milano mi è venuta la malinconia. Milano è una città caotica. A me piacciono i paesini sperduti, come la mia Nulvi».

Chimica amore mio Il piccolo inventore non sa ancora cosa fare da grande. «Per ora so solo che voglio fare chimica, per fare ricerca – commenta –. Sono le cose che mi piacciono. È la materia in sé che mi piace, la trovo davvero bella». Un grande amore nato per caso.

Amore per caso «Quando mi sono iscritto alle superiori dovevo fare informatica. La mia iscrizione era andata a buon fine ma poi non c’era posto e sono finito in chimica. E ci sono rimasto perché era bravo il professore. In effetti uno scherzo del destino». Infine una dedica speciale per il premio della commissione Europea che ha ritirato a Milano. «Un grazie particolare va alla mia famiglia che sempre mi sostiene e ai professori che mi hanno supportato».

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