La Nuova Sardegna

Collegio delle isole

Elezioni europee, il totonomi dei candidati sardi partito per partito

Elezioni europee, il totonomi dei candidati sardi partito per partito

La Sardegna da sempre parte in svantaggio proprio a causa della popolazione. Dal 1979 a oggi ha eletto solo 12 eurodeputati contro i 53 siciliani

14 aprile 2024
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Cagliari La Sardegna ha sempre arrancato nei seggi per eleggere il Parlamento di Strasburgo. Dal 1979, l’anno delle prime elezioni Europee, poche volte è riuscita ad avere la meglio sulla Sicilia, nel collegio delle Isole. È tutta colpa degli abitanti: un milione e mezzo contro quasi quattro volte. Troppo spesso è stata una battaglia impari e infatti finora gli europarlamentari sardi sono stati solo 12 contro i 53 eletti dalla Sicilia in nove legislature, dal 1979 al 2019. Proprio cinque anni fa anche l’attuale presidente della Regione, Alessandra Todde, provò senza successo a sovvertire i pronostici. In lista con il suo partito, i 5 Stelle, fu il candidato sardo più votato, nel collegio delle Isole, ma nonostante le sue 88mila preferenze fu costretta comunque a lasciare il passo ai siciliani. Giusto per continuare a curiosare nella storia delle Europee, le elezioni più positive per la Sardegna sono state tre: 1984, 1989 e 2014 con tre deputati eletti. Di contro, sono state quattro quelle concluse con zero sardi fra i banchi di Strasburgo: 1999, 2004, 2009 e 2019, al netto di alcuni successivi ripescaggi
Tutti contro tutti Alle Europee il sistema elettorale è un proporzionale e quindi le coalizioni – dal Campo largo al centrodestra – contano poco o nulla. Ogni partito fa per sé, compresi quelli più piccoli obbligati a superare lo sbarramento del 4 per cento dei voti a livello nazionale. Al collegio insulare sono assegnati da sempre 8 seggi, ma spesso sono stati anche meno a causa del calcolo finale dei resti. Nel 2019 quando Matteo Salvini spopolava, tra l’altro subito dopo aver vinto le Regionali, fu la Lega il partito più votato in Sardegna, seguito dai 5 Stelle, dal Pd, da Forza Italia e da Fdi. Dopo cinque anni, l’8 e il 9 giugno a contendersi il primo posto dovrebbero essere il Pd e Fdi, soprattutto se anche nelle Isole andrà in scena, com’è probabile, la sfida fra le capolista Elly Schlein e Giorgia Meloni.
Le candidature Sull’onda della vittoria alle Regionali, grazie all’exploit personale di Alessandra Todde, la sorpresa potrebbero essere proprio i 5 Stelle. In Sardegna la loro candidata di punta dovrebbe essere la sassarese Cinzia Pilo, manager con esperienza internazionale e leader di associazioni no profit. Per rimanere sempre sullo stesso fronte, il Pd sardo sarebbe indeciso fra l’ex rettore di Cagliari Maria Del Zompo, due ex deputati, Gavino Manca e Andrea Frailis, e l’algherese Mario Bruno. In ogni caso, il Pd e i 5 Stelle non dovrebbero presentare più di un candidato sardo a testa, massimo due, per concentrare le preferenze su pochi nomi, nel tentativo di tenere testa ai siciliani. Della partita dovrebbe essere anche l’Alleanza Verdi Sinistra, dopo il buon terzo posto fra i partiti del Campo largo conquistato alle Regionali. È ancora tutta da scoprire, invece, la possibile lista unica «Stati uniti d’Europa», in cui dovrebbero confluire Italia Viva di Renzi, +Europa e forse anche Azione di Sardegna. In Sardegna proprio questo raggruppamento potrebbe essere sostenuto da Renato Soru (parlamentare europeo dal 2014 al 2019) dopo che gran parte di quegli stessi partiti si sono schierati con lui alle Regionali. Dovrebbe essere in campo – dipenderà dalla raccolta delle firme – anche il movimento «Pace, terra e dignità», fondato da Michele Santoro, sarà il capolista anche in Sardegna-Sicilia, e che punterà sul cagliaritano Gianni Fresu, professore di filosofia ed esperto di Gramsci, e l’indipendentista Elisa Monni.
Sul fronte opposto, quello del centrodestra, le manovre sono in atto da tempo. Forza Italia dovrebbe schierare l’ex consigliere regionale Michele Cossa dei Riformatori, per convogliare su uno dei padri dell’Insularità in Costituzione anche i voti dei partiti centristi sardi. Poi, nella convinzione di essere ancora il partito più votato in Sardegna, come alle Politiche del 20022, Fdi sarebbe intenzionata a mandare in campo Marco Porcu, assessore regionale uscente all’ambiente. Per riprendersi dalla recente batosta alle Regionali, invece la Lega potrebbe tentare la risalita con Pierluigi Saiu, ex assessore regionale ai lavori pubblici, o Michele Pais, ex presidente dell’Assemblea. A far da guastafeste potrebbe esserci la lista «Sud chiama Nord dell’esuberante Cateno De Luca. (ua)

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