«Dissalatori solo come ultima scelta»
Scorte di Maccheronis al 39%, ma la proposta non convince il Consorzio di bonifica centrale. Abbanoa sostituisce 33 chilometri di vecchie condotte idriche tra Budoni e San Teodoro
Sassari A qualche amministratore si è accesa la lampadina. Finanziare un dissalatore e costruirci su una gestione per metà comunale e per metà privata così da risolvere l’emergenza siccità che prosciuga le dighe.
A ispirare il sindaco di Budoni Antonio Addis, qualche giorno fa, è stata l’uscita dell’imprenditore Giovanni Sanna che ha annunciato che per servire i suoi alberghi sulla costa userà proprio un dissalatore. Dal Consorzio di bonifica della Sardegna Centrale frenano però gli entusiasmi: «Non è una soluzione percorribile, è un’ipotesi in casi di estrema urgenza. L’ultima scelta possibile», roba che dovrebbero annunciare che nel giro di poche settimane dai rubinetti non uscirebbe più acqua.
«Qualcosa del genere», sorride Ambrogio Guiso, presidente del Consorzio centrale. Il fatto è, spiega, «che giustamente un privato mette mano al portafoglio e si risolve un problema, ma noi come comparto agricolo non potremmo immaginarci una cosa del genere – così sui dissalatori –. A meno che non si tratti di estrema urgenza, appunto». Il conto è presto fatto, senza spostarsi geograficamente prende proprio la diga di Maccheronis che serve le reti idriche anche in zona di Budoni: «Per riempire tutta la diga in questo modo si arriverebbe a dover spendere sui 26-27 milioni di euro». Ma la situazione è critica, a gennaio è stata ordinata la prima chiusura e a marzo la seconda, niente acqua per il comparto agrario per una ventina di giorni, garantendo il solo abbeveraggio degli animali. Ma niente irrigazione di orti e prati verdi nei paesi. Adesso, a maggior ragione dopo il vertice, la diga in zona di Torpè risulta essere «la peggiore in assoluto per livello di scorte». Ma non della fascia centrale, «bensì di tutta l’isola». Con un livello di riempimento che arriva al 39.58 per cento.
Da Abbanoa glissano sui dissalatori, piuttosto fanno notare che dall’invaso nord-orientale pescano solo il 30 per cento di acqua. Il gestore idrico prende il caso di Budoni e annuncia cantieri da 13 milioni per sostituire fino a 33 chilometri di condotte («sono questi i numeri della sfida agli effetti dei cambiamenti climatici»).
Il problema a Budoni e San Teodoro, spiega il presidente del consiglio di amministrazione di Abbanoa, Franco Piga, è intervenire su condotte pensate decenni fa e che ora hanno un carico maggiore, «due appalti sono già conclusi, due sono in corso e altrettanti in fase di progettazione». Le infrastrutture semplici – a San Teodoro il 70 per cento delle reti idriche è in plastica – prima dedicate a poche case sparse, ora forniscono interi insediamenti residenziali e turistici.