Concessioni balneari scadute, esposto del Codacons alle capitanerie di Porto Torres, Olbia e La Maddalena
L’associazione dei consumatori: «È legittimo ritenere che le spiagge siano fruibili per i cittadini»
Sassari «Allo stato attuale è legittimo ritenere che i cittadini possano usufruire delle spiagge come “libere”, portando ombrelloni e lettini anche lì dove sorgono gli stabilimenti. E, d’altra parte, i gestori di tali stabilimenti, ove titolari di concessioni scadute, nulla possono eccepire dinanzi al comportamento descritto».
Sul caso delle concessioni balneari scadute il Codacons ha presentato una istanza alle Capitanerie di porto di La Maddalena, Olbia e Porto Torres, in cui si chiede di intervenire per garantire il rispetto della sentenza del Consiglio di Stato e consentire ai cittadini l’uso gratuito delle spiagge ubicate sul territorio di competenza. «Nel 2006 – scrive il Codacons nell’istanza –, la direttiva Bolkestein ha imposto agli Stati membri, in nome della concorrenza di mercato, la liberalizzazione del settore, con l’obbligo, pertanto, di mettere a gara le concessioni balneari e di eliminare il sistema di rinnovo automatico delle concessioni esistenti. Nonostante quanto stabilito dall’Unione Europea, l’Italia, nel corso degli anni, ha ripetutamente autorizzato le proroghe delle concessioni da parte dei Comuni, tanto da spingere l’Unione Europea ad aprire una procedura di infrazione. Appare evidente come, ad oggi, stando alla giurisprudenza, le proroghe delle concessioni balneari agli stabilimenti debbano essere considerate invalide».
«Non si intende qui negare che altra parte della giurisprudenza abbia ritenuto legittima la prosecuzione dell’attività degli stabilimenti in attesa di intervento legislativo: si ritiene tuttavia – prosegue l’istanza – che la sentenza del Consiglio di Stato abbia correttamente interpretato la Direttiva Ue. Pertanto le spiagge italiane, in assenza di valide concessioni, poiché appartengono al patrimonio dello Stato, possono essere utilizzate da tutti i cittadini liberamente. Corre dunque l’obbligo in capo alle Capitanerie di Porto territorialmente competenti in base al Codice della Navigazione (RD 327/1942) che assegna loro i compiti di controllo e vigilanza per garantire il rispetto delle norme sull’uso corretto del demanio marittimo, di adottare tutti i provvedimenti opportuni e necessari».