La Nuova Sardegna

Il caso

Maschere tradizionali al discount, gli artigiani: «Identità sfregiata»

di Alessandro Mele
Maschere tradizionali al discount, gli artigiani: «Identità sfregiata»

Mamoiada e Ottana si uniscono: «Diffidate dalle imitazioni, è ora di dire basta». Lavra, Isre: «Un enorme danno economico per centinaia di piccoli produttori»

15 luglio 2024
3 MINUTI DI LETTURA





Nuoro C’è chi in queste ore sta tentando di far diventare roba da discount un patrimonio dell’umanità. Anche se, da Cuba alla Russia, in Australia e negli Stati Uniti, Mamuthones, Issohadores, Boes e Merdules, sono stati e continuano a essere i portabandiera della cultura e delle tradizioni più autentiche dell’intera Sardegna.

A prezzi stracciati Le maschere di Mamoiada e Ottana sono finite sugli scaffali di un centro commerciale a Cagliari. I simboli di riti antichissimi, sopravvissuti all’oblio grazie al lavoro di tanti artigiani, sono venduti a prezzi popolari nei punti vendita della grande distribuzione: 32 euro e 90 centesimi la maschera dei Mamuthones di Mamoiada, dieci euro in più quella dei Boes ottanesi. Secondo gli esperti artigiani e gli studiosi si sta consumando, nel sud dell’isola, uno sfregio alla tradizione e a tutto ciò che questi oggetti rappresentano nella cultura popolare: sono considerati quasi sacri ma, soprattutto, simboli di identità.

Il mondo artigiano Se da una parte la grande distribuzione mercanteggia, dall’altra gli artigiani che realizzano questi oggetti si preoccupano di custodire simboli e storie che vengono a mancare sul banco del supermarket. «Contro chi promuove la grande distribuzione abbiamo poche armi di difesa – dice Paolo Dessolis, artigiano di Mamoiada –. Di contro, possiamo contare su un tipo di turismo intelligente e acculturato. Sono ancora tanti quelli che vengono ad acquistare la maschera autentica, perché si fidano solo di noi e quindi non hanno remore a spendere anche 200 euro. Certo, non fa piacere che qualcuno venda a prezzi stracciati qualcosa che non gli appartiene. Rischiano di venire meno ai riti, penso al taglio della legna in fase di luna calante che fa parte della tradizione. Noi però stiamo andando alla grande nonostante le tasse. Tanto è inutile, questa cosa è come la danza dei Mamuthones, non riusciranno mai ad imitarci».

Mamoiada e Ottana Tutti uniti in un fronte comune per dire “no” a chi calpesta la cultura preferendo il guadagno alla salvaguardia dei tesori artigiani. «Diffidate dalle imitazioni – dice Andrea Canneddu, presidente della Pro loco di Mamoiada –. Quando ve le propongono, sappiate che vi stanno prendendo in giro. Dunque assicuratevi sempre della provenienza e non fatevi ingannare dal prezzo irrisorio perché alla fine vi portate a casa un pezzo di legno senza alcun valore, ma soprattutto spogliato della sua anima». Poi Sandro Carboni, presidente della Pro loco di Ottana: «Ovunque andiamo, troviamo situazioni non compatibili alla tradizione. È una guerra che combattiamo da tanti anni, ma con poco successo. Anche le istituzioni e il mondo della politica ci diano una mano. Intanto, con la Pro loco di Mamoiada, abbiamo in programma alcune iniziative».

Le istituzioni «È un danno enorme per centinaia di artigiani – dice il presidente dell’Isre Stefano Lavra –. È il risultato di una globalizzazione imperante che porta alla mercificazione dell’identità. La grande distribuzione sta individuando le particolarità della società sarda per fare mercato. Noi come istituzione ci appelliamo affinché il valore della cultura sia tutelato in tutti i modi esistenti». Poi Raffaele Sestu, presidente regionale dell’Unione Pro loco d’Italia: «Dobbiamo fare in modo che il nostro patrimonio non sia svilito dai soliti mercanti. Questo non si può tollerare e spero che anche le Pro loco si muovano per le vie legali con tutto il supporto dell’Unpli. Proteggiamo e tuteliamo anche il nostro futuro».


 

Primo piano
Sanità

Medici di base in pensione: addio al reclutamento

Le nostre iniziative