Omicidio di Francesca Deidda: tutta la verità dall’autopsia
Il medico legale sarà affiancato da due esperti colleghi arrivati dalla penisola
Cagliari Domani sarà il giorno dell’autopsia sul corpo di Francesca Deidda, la quarantaduenne di San Sperate uccisa presumibilmente il 10 maggio scorso e poi chiusa in un borsone e abbandonata nella vegetazione mediterranea lungo la ex statale 125 “Orientale Sarda” dal suo carnefice. In carcere c’è dai primi di luglio l’unico indiziato del delitto, il marito della vittima. Igor Sollai continua a proclamare la sua innocenza e a sostenere che lui dell’omicidio non sa proprio niente. Ma gli indizi portano a lui in misura tale che gli inquirenti ritengono inequivocabile.
Dalle contraddizioni e incongruenze emerse dall’attività investigativa svolta dai carabinieri della Compagnia di Iglesias e del nucleo investigativo del comando provinciale di Cagliari, ai reperti biologici raccolti dagli specialisti del Ris sul luogo del ritrovamento del cadavere chiuso in una sacca sportiva, ricoperta di terriccio nero e frasche per essere occultata alla vista. Ma soprattutto alle tracce ematiche rilevate sui sedili posteriori dell’auto della vittima e a quelle abbondanti sul divano del soggiorno dell’abitazione della coppia, in via Monastir 135b a San Sperate. È proprio lì che secondo gli inquirenti - carabinieri e pubblico ministero Marco Cocco – Francesca Deidda sarebbe stata uccisa.
Come e quando dovrà dirlo l’autopsia che il medico legale Roberto Demontis, su delega della Procura, eseguirà oggi avvalendosi della consulenza di due esperti colleghi ingaggiati dalla penisola: una antropologa forense e un entomologo.
Una Tac effettuata sul corpo avrebbe già escluso la presenza di proiettili e di ferite da taglio, possibile quindi un colpo violentissimo inferto alla testa con un pesante oggetto, con la conseguente abbondante fuoriuscita di sangue, riversatosi sul sedile del divano e sui sedili dell’auto durante il trasporto del cadavere sulla ex statale 125. Ma al momento sono solo ipotesi, l’esame necroscopico chiarirà tutto.
Il risultato non sarà immediato, il dottor Demontis e i suoi consulenti si prenderanno 90 giorni per presentare il loro rapporto alla Procura. Ma intanto qualche particolare potrebbe essere segnalato inquirenti.