La Nuova Sardegna

Il settore

Sardegna terra di erbe officinali: ecco le più diffuse e dove si coltivano

Sardegna terra di erbe officinali: ecco le più diffuse e dove si coltivano

Medicinali e prodotti di cosmesi, tisane, marmellate, bevande e liquori: secondo l’ultimo report elaborato dall’Agenzia agricola regionale Laore, sulle sole produzioni biologiche, sono circa 75 gli ettari di piante aromatiche e officinali coltivati in tutti i territori dell’isola

2 MINUTI DI LETTURA





Sassari Il mondo delle produzioni aromatiche e officinali della Sardegna viene da ultimi decenni di luci e ombre tra attenzione delle istituzioni e prime aggregazioni dal basso. L’attenzione verso medicinali e prodotti di cosmesi, tisane, marmellate, bevande e liquori di stretta derivazione naturale stanno contribuendo ad alimentare il mercato e il settore della ricerca.

In Sardegna il prodotto derivante dalle coltivazioni di numerose di queste varietà vegetali è ancora una minima parte rispetto a tutto ciò che ogni anno arriva dalla raccolta dello spontaneo, affidata spesso a piccole imprese che sempre di più devono fare i conti con gli elevati costi della manodopera o, ancor peggio, con la mancanza di forza lavoro.

«Per riprendere il filo del discorso dedicato a questo comparto dalle notevoli potenzialità di sviluppo, che proprio in Sardegna conserva una ricchezza di varietà vegetali spontanee inimitabile, Confagricoltura Sardegna ha iniziato alcune settimane fa un tour fra i propri associati, dal sud al nord della regione, per raccogliere consigli e testimonianze – così il presidente di Confagricoltura Sardegna, Paolo Mele –. Si tratta di un’analisi del settore che si concluderà nei prossimi mesi e che permetterà di definire un quadro da cui ripartire con progetti e proposte tra operatori e istituzioni».

Secondo l’ultimo report elaborato dall’Agenzia agricola regionale Laore, sulle sole produzioni biologiche, sono circa 75 gli ettari di piante aromatiche e officinali coltivati in tutti i territori della Sardegna. Un dato microscopico, circa lo 0,33% delle colture biologiche dell’intera agricoltura isolana, che è destinato ad aumentare notevolmente se si tiene conto della galassia produttiva in regime convenzionale.

I dati di Laore raccontano un comparto atomizzato e sostanzialmente concentrato su due colture: il mirto, con circa 23 ettari, e l’elicriso, appena sopra i 20. A superare i due ettari di estensione aziendale sono solo la lavanda (6,4ettari), lo zafferano (5,36), il peperoncino (2,93), il finocchietto (2,8) e il coriandolo (2,28ettari).

Territorio leader di queste produzioni è Turri, con ben 24,37 ettari, a cui seguono Luogosanto con 8,24 ettari e Trinità d’Agultu e Vignola con 6,77 ettari. Primo comune del sud Sardegna è invece Teulada con 4,23ettari. 

Primo piano
I dati

Assistenza e cure agli over 80, Sardegna tra le regioni d’Italia peggiori

Le nostre iniziative