La Nuova Sardegna

Le molestie

Porto Torres, il racconto choc della 24enne Minerva Uzzau: «Palpeggiata e offesa per strada»

di Silvia Sanna
Porto Torres, il racconto choc della 24enne Minerva Uzzau: «Palpeggiata e offesa per strada»

La giovane: «Gli dicevo di starmi lontano, di non toccarmi. Mi hanno anche ripresa con un telefono»

05 agosto 2024
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Porto Torres Racconta quanto accaduto non perché sia stata la prima volta, ma perché in questo caso è stato diverso. «Subisco spessissimo molestie, come tutte le ragazze, anche solo camminando per strada. Ma la notte scorsa alla molestia si è aggiunta l’aggravante della transfobia. Per questo ho deciso che non posso stare zitta». Lei è Minerva Uzzau, 24 anni, sassarese, ragazza transgender. In un post sui social ha raccontato una parte di quel che è successo la notte tra sabato e domenica a Porto Torres, dopo la festa del Carnevale estivo. Poi ha presentato una dettagliata denuncia ai carabinieri.

Le molestie Sono le 3.45 del mattino, la lunga serata di festa è quasi finita, c’è ancora tempo per mangiare qualcosa e chiacchierare un po’. Minerva è seduta al tavolino all’esterno di un kebab con il fratello e due amici quando l’auto, una Mercedes o un’Audi di colore grigio scuro, parcheggia dietro di loro. Scendono quattro ragazzi e due si avvicinano: uno di loro, quello più alto, circa 1metro e 80, punta Minerva. «Indossa una camicia grigia e dei pantaloni corti, segni evidenti di stempiatura, tra i 25 e i 30 anni». Le si piazza di fronte e le tocca i capelli. “Che belli, che bello questo shatush, li voglio anche io così”, ripete e ridacchia, prima di allontanarsi di qualche metro mentre l’altro, l’amico più basso, gli dice: “Lascialo che è un maschio, sei un maschio, sei un maschio”.

Minerva reagisce: «Inizio a urlare, non ti permettere di toccarmi, non ti devi azzardare, gli dico. E quello invece torna indietro verso di me, si piazza a un centimetro dalla mia faccia con aria minacciosa, come se volesse picchiarmi. Invece mi mette le mani addosso, mi palpa il seno. E si gira gridando agli amici “le tette sono vere”. Lo colpisco tre volte sulla schiena, mio fratello mi trattiene per le spalle, mentre i miei amici gli dicono di allontanarsi. Invece no, uno dei ragazzi del gruppo inizia a filmare, a fare un video con il telefonino. Riprende la scena e lui torna verso di me. Mi ride in faccia, mi prende in giro. Riesco a tirargli un paio di calci ma i miei amici mi portano via. Per fortuna, dico. Perché noi eravamo quattro e loro, tra quelli arrivati con l’auto e gli altri loro amici seduti al tavolo, molti di più. La situazione, considerato che il tipo non si è fatto alcun problema a mettermi le mani addosso, poteva degenerare. I miei amici hanno agito per il meglio, io ero sotto choc, loro mi hanno tranquillizzata con le loro parole».

Il sospetto Minerva è convinta che quei ragazzi la conoscessero, che sapessero del suo percorso. «Soprattutto quello che diceva è un maschio, è un maschio. Io faccio una intensa attività a sostegno dei diritti delle persone trans: è probabile che mi abbiano vista in qualche iniziativa nelle piazze o nei locali. E sabato notte mi hanno riconosciuta e deciso di molestarmi».

La denuncia È stata presentata ai carabinieri di Sassari e procederanno i colleghi di Porto Torres. Nel frattempo il post di Minerva Uzzau è diventato virale e la ragazza ha ricevuto tantissima solidarietà. Anche se qualche commento le ha fatto male: «C’è chi ha detto che i miei amici non mi hanno difesa, che io stessa avrei dovuto reagire diversamente. È la solita storia della vittimizzazione secondaria: alla vittima e a chi stava con lei viene addossata una parte di responsabilità. È assurdo e ingiusto. Perché la vittima è vittima. Stop. Ora spero che li trovino, che vengano puniti per quello che hanno fatto».

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