Agricoltura in crisi, l’assessore Gian Franco Satta: «Voglio lo stato di calamità in giunta entro agosto»
Mancano ancora i dati di precipitazioni e temperature per poter istruire la pratica
Sassari La proposta dello stato di calamità naturale arriverà entro il mese di agosto. È questa la volontà dell’assessore dell’Agricoltura, Gian Franco Satta, messa nero su bianco in una lettera inviata all’Arpas con cui richiede una serie di dati e misurazioni «imprescindibili» per poter instradare positivamente la pratica secondo i paletti previsti dalla normativa.
Lo stato di emergenza regionale è stato già deliberato e inizia a produrre i primi effetti “generali”. Ma il mondo delle campagne aspetta ben altro che autobotti: gli agricoltori, come ampiamente ribadito nelle ultime settimane dalle associazioni di categoria, vogliono ristori: soldi.
La siccità, galoppante in certe aree dell’isola, ha infatti rovinato gli affari e messo aziende e famiglie in ginocchio. Sul banco degli imputati, come spesso accade in queste situazioni, c’è finito l’assessore regionale dell’Agricoltura di turno. Che però da qualche settimana sta coltivando una strategia silenziosa, che è contenuta in una comunicazione inviata al dipartimento meteorologico dell’Arpas con la quale il titolare dell’Agricoltura chiede una serie di misurazioni che serviranno per motivare la richiesta di stato di calamità.
Il problema è questo: dal tavolo del Cor – il Comitato operativo regionale insediato dopo la dichiarazione dello stato di emergenza regionale per deficit idrico e che si occupa dei primi interventi, appunto di emergenza – è emerso che 69 Comuni (più altri 18 che si sono aggiunti in un secondo momento) hanno dichiarato lo stato di calamità attraverso proprie delibere. Il fatto è che i Comuni sono troppo pochi per poter giustificare una richiesta di stato di calamità. Il sistema idrico dell’isola non è strutturalmente in crisi come quello, per esempio, della Sicilia. Ci sono alcune zone che stanno patendo una siccità pesante che ha causato restrizioni e danni alla stagione irrigua, ma dai rubinetti delle abitazioni continua a uscire acqua. L’isola è quindi in un limbo: sta male ma non abbastanza.
L’idea di Gian Franco Satta è arrivare a richiedere la dichiarazione dello stato di calamità non limitando il discorso alla siccità ma ampliando la questione anche alle alte temperature, alle anomalie termiche in generale. Per percorrere questa strada serve però il conforto dei dati. Di qui la richiesta inviata all’Arpas per ottenere «una adeguata relazione tecnica che, attraverso la comparazione dei dati meteorologici relativi all’ultimo triennio, evidenzi la riduzione delle precipitazioni e l’anomalo andamento delle temperature massime registrate nel periodo compreso dal primo gennaio al 31 luglio 2024». In particolare, la relazione dovrà contenere i dati «pluviometrici e termici (temperature massime) possibilmente suddivisi per aree geografiche e comparati con i dati registrati nello stesso periodo delle due annualità precedenti».