La Nuova Sardegna

Intervista

La mamma di Michela Murgia: «Lei non muore mai, ci parlo ancora e ogni tanto ci litigo»

di Paolo Camedda
La mamma di Michela Murgia: «Lei non muore mai, ci parlo ancora e ogni tanto ci litigo»

Il ricordo della scrittrice e intellettuale a un anno dalla scomparsa: «Tutto l’affetto della gente verso di lei me la fa sentire viva»

08 agosto 2024
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Cabras «Michela non muore mai. Ogni volta che mi sembra di sentire il distacco, c’è sempre un libro nuovo, una cosa nuova che qualcuno da qualche parte fa per lei. Questo mi permette di sentirla viva, di non sentire la sua assenza». Alla vigilia dell’anniversario della morte di sua figlia, Michela Murgia, avvenuta il 10 agosto di un anno fa, mamma Costanza ci riceve nella sua casa di Via Pascoli. A causa delle condizioni di salute ha bisogno di una carrozzina per spostarsi. «Negli ultimi 5-6 mesi – racconta – mi sono arrivati inviti di ogni tipo: a San Sperate, a Guspini, a San Gavino. Ma a causa delle mie condizioni non sono potuta andare da nessuna parte». Costanza però apprezza: «È stato un bel momento la realizzazione del murale a Cabras, perché ha coinvolto i ragazzi delle scuole, e questo sarebbe piaciuto molto a mia figlia: lei adorava i ragazzini. Dall’Azione cattolica in poi lei ha avuto sempre a cuore i giovani. Era sempre in contatto con loro. Per questo non morirà mai. Di recente mi hanno inviato anche il murale di Napoli, bellissimo. Ora mi aspetto che per il suo anniversario facciano altre cose».

Per mamma Costanza in questo anno è stato molto importante l’affetto di amici e persone comuni: «In tanti hanno speso o scritto belle parole per Michela. Questo è stato molto bello. Mia figlia ha sempre fatto tutto secondo giustizia e non secondo convenienza, io me lo spiego così. Nessuno la chiama mai “scrittrice”. Per tutti è semplicemente Michela». Un messaggio in particolare ha colpito Costanza: «Ho letto su Instagram delle frasi stupende dedicate a Michela. Una anziana le ha scritto: “Figlia mia, sorella mia, ecco perché ti sono vicino, perché la penso come te”. Credo non sia facile pensarla come mia figlia a quell’età. Le ho mandato un bigliettino per ringraziarla. Fa piacere sapere che lei non si è allontanata mai da nessuno, dai giovani e dai vecchi». Spesso vengono a trovarla anche gli amici di sua figlia: «Accetto che vengano qui e mi parlino di Michela, perché non è morta, è sempre qui con noi. Io ci parlo sempre con lei, sorrido con lei e a volte ci litigo anche. È rimasta parte integrante del mio vivere. Anche quando mi arrabbio con lei e scatto, poi torno indietro, rifletto. Spesso mi vengono in mente momenti intimi vissuti con lei». Come questo tenero ricordo: «Eravamo in spiaggia a Is Arutas e Michela mi dice: “Mamma, mi faccio il bagno”. Esce dall’acqua e viene da me con un polpetto in mano. “Dammelo che ti faccio vedere una cosa”, le faccio. Lei lo mette sulla sabbia e lui pian piano torna in mare. “Hai visto, il polpo è un essere intelligente, è tornato a casa sua”, le dico. Michela allora scoppia a ridere e mi fa: “Mamma, non avevo mai visto un polpo camminare”. Quando sorrideva, Michela illuminava il mondo».

Poi Costanza ammette: «È normale che mia figlia mi manchi. So che ci sono cose che non mi ha mai detto e si è tenuta per sé. Era la sua vita, del resto. Oggi mi chiedo perché abbia avuto paura di raccontarmi certe cose. Credo che lei mi risponderebbe: “Mamma, perché tu sei tu”. Aveva paura del mio giudizio, ma se mi avesse parlato col cuore ci saremmo trovate d’accordo». Per mamma Costanza «Michela è rimasta con noi, è qui. Al di là di alcune incomprensioni, io e lei siamo sempre madre e figlia. Nonostante la complessità dei nostri caratteri, abbiamo sempre lavorato per tessere un unico lungo filo che ci unisce ancora oggi». E fa una promessa: «Prima o poi vorrei esporre i suoi premi, li ha sempre portati e lasciati da me. Ci sono il Mondello, il Campiello, il Premio Città di Como e di recente ha ricevuto anche, postumo, il Premio Ninetta Bartoli. Era il suo modo di dirmi: “Mamma, ti voglio bene”».

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